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 			|  |  |  		|   | Inevitabile Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Un bel film
 francese
 anni 60
 del 900
 forse
 un libro
 non ricordo
 quando
 entri
 nell'esistenzialismo
 il dubbio
 e
 la tristezza
 sono di regola.
 J.J.Z.
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Unità di spazio Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Lo spazio del mondo si è ridotto,
 viviamo in unico luogo,
 dove, per sopravvivere,
 bisogna mettere sotto
 qualcuno e magari sorridere.
 Un gesto di comunicazione
 è un atto di aggressione.
 Raffaele CROVI
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Inevitabile Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Sono partiti a uno a uno. Noi aspettavamo. Non sono tornati.
 Com'è che ci abituiamo a tanta separazione?
 Né monti, né alberi, né case,
 e nessun uomo; dimenticati anche i nomi,
 e il grigio disteso fin dentro, perfino sulle pagine scritte.
 Soltanto, sul prato secco con gli spini gialli
 è spuntata una rosa come per sbaglio. Di notte
 ricordalo questo, quando guarderai lontane sul mare
 le tre piccole luci ambulanti. Ricordalo.
 Oh, chiaro di luna triste, incurabile, tienimi con te.
 Ghiannis Ritsos
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Carburo Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 ... salta il barattolo di carburo,
 schizza, credo, come una bomba,
 un fuoco d'artificio, ma con pericolo,
 con rischio grave per la vista (Altri
 lo giocano nell'acqua per un effetto strano,
 come friggesse)(il braccio destro
 l'aveva rattrappito, diceva,
 per un pentola d'acqua bollente, e divertito,
 e un po' carogna, se lo spogliava per farmi spaventare ... )
 
 Maurizio CUCCHI
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | La villeggiatura Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Ricordo i tramonti sul greto del fosso sdraiato nell'erba con gli amici, tutti stanchi della giornata, guardavamo, ognuno col suo silenzio, il sole che tramontava rapiti dal gioco dei colori sulla campagna e nell'acqua del fosso.  Possiamo trasportare il tutto sul fiume, l'azzurro Ticino.
 La sera dopo la minestra tutti sul muretto del Castello (abbiamo anticipato Alassio anche se non c'erano le ragazze) a raccontar storie di fantasia dette come vere. C'era anche un po' di poesia con uno sguardo verso il futuro.
 J.J.Z.
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | La villeggiatura Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 ... C'era una volta la vacanza estiva che durava dai due ai tre mesi. Tanti partivano addirittura ad inizio giugno o ai primi di luglio e tornavano a metà settembre.
 ... Tanti rimanevano all'Oratorio dove non c'era neanche un Prete per chiaccherare; frequentavano i campi, i boschi e il bagno lo facevano nei fossi, imparavano a pescare con la bacchetta o a mani nude; si viaggiava in bici, quasi sempre in due perché non tutti avevano la bicicletta. I più fortunati potevano usufruire dei 10 giorni al mare con "La colonia" e a Settembre i tre giorni in monntagna con "Gli esercizi spirituali".
 ... Tanti in età di scuola media o primi anni di superiori passavano i primi due mesi a fare il "garzone" per racimolare qualche soldo che tenevano al risparmio per comprarsi la bicicletta o il motorino.
 Una cosa è certa: eravamo tutti più semplici, sia chi aveva la possibilità di fare il bagno al mare per tre mesi e chi il bagno lo faceva nei fossi; non so se la società era migliore, ma di sicuro esisteva il rispetto e la solidarietà. Ed è vero è stata una fortuna ed un'esperienza vivere quegli anni perché, se anche la vita era dura tutto ciò che ti girava attorno era vero, anche la debolezza umana che non si perde nel tempo.
 Io che non conosco il Webb
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | La villeggiatura Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 C'era una volta la vacanza estiva che durava dai due ai tre mesi. Aveva un nome obsoleto ed in disuso, "la villeggiatura".
 Tanti partivano addirittura ad inizio giugno od ai primi di luglio e tornavano a metà settembre. L' autostrada era una fila di Fiat 850, 600, 1100, 127, 500 e 128, Maggiolini e Prinz. Era tutto più semplice e più vero.
 La vacanza durava talmente tanto che avevi la nostalgia di tornare a scuola e di rivedere gli amici del tuo quartiere, ed al ritorno non ricordavi quasi più dove abitavi.
 La mattina in spiaggia la 50 lire per sentire le canzoni dell'estate nel juke box o per comprare coca cola e pallone.
 Si mandavano le cartoline che arrivavano ad ottobre ma era un modo per augurare "Buone vacanze da..." ad amici e parenti.
 Malgrado i 90 giorni ed oltre di ferie, l'Italia era la terza potenza mondiale, le persone erano piene di valori e il mare era pulito.
 Si era felici, si giocava tutti insieme, eravamo tutti uguali e dove mangiavano in quattro mangiavano anche in cinque, sei o più.
 Nessuno aveva da studiare per l'estate e l'unico problema di noi ragazzi era non bucare il pallone, non rompere la bicicletta e le ginocchia giocando a pallone altrimenti quando rientravi a casa ti prendevi pure il resto.
 Il tempo era bello fino al 15 di Agosto, il 16 arrivava il primo temporale e la sera ci voleva il maglioncino perchè era più fresco.
 Intanto arrivava settembre, tornava la normalità.
 Si ritornava a scuola, la vita riprendeva, l'Italia cresceva e il primo tema a scuola era sempre.
 "Parla delle tue vacanze". Oggi è tutto cambiato, diverso. La vacanza dura talmente poco che quando torni non sai manco se sei partito o te lo sei sognato.
 E se non vai ai Caraibi a Sharm o ad Ibiza sei uno sfigato. O magari hai tante cose da fare che forse è meglio se non parti proprio, ti stressi di meno.
 Una risposta certa è che allora eravamo tutti più semplici, meno viziati e tutti molto più felici, noi ragazzi e pure gli adulti. La società era migliore, esisteva l’amore, la famiglia, il rispetto e la solidarietà. Fortunati noi che abbiamo vissuto così.
 La vita era quella vera
 
 dal web
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Il Matto Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Che menzogne s'inventa l'uomo per conservarsi
 un posticino su questa terra. Di sera
 si allontanano i vigili, chiudono i negozi,
 a occidente si animano le stelle. E più tardi
 si ode il matto del quartiere col berretto rosso
 che sulla strada fangosa canta una canzone triste,
 una canzone infantile con molte molte rughe.
 Ghiannis Ritsos
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Dialogo tra il poeta e la morte Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 O Morte! So che sei già qui. Abbi un po'di pazienza.
 Sono le tre. Andremo quando se n'andranno le stelle?
 quando canteranno i galli? quado la prima luce
 squillerà con la sua cornetta della sierra?
 quando aprirà il sole una fessura violacea tra cielo e terra?
 Né quando dirai Tu né quando vorrò io.
 Sono venuto per scrivere il testamento. Quando avrò scritto l'ultima bestemmia,
 mi cadrà la penna, si romperà il calamaio senza che nessuno lo muova,
 si verserà l'inchiostro e, senza che Tu la spinga, si spalancherà la porta.
 Allora andremo. Intanto...
 appendi la tua falce, con la mia mazza, all'attaccapanni dell'ingresso e siediti
 ... Siediti e aspetta!
 Léon Felipe
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | 21 GIUGNO2023 SAN LUIGI Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Luigi, vago giglio di candore immacolato..
 Un saluto e una preghiera a San Luigi Gonzaga
 giovane tre i giovani.
 J.J.Z.
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Amica Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Per cristallo ti voglio
 tu nitida, tu chiara.
 Per guardare attraverso
 di te il mondo, puro,
 di fuliggine o di bellezza,
 come lo inventa il giorno.
 La tua presenza qui, sì,
 davanti a me, sempre,
 (...) pero invisile siempre,
 senza ch'io ti veda, e vera.
 Cristallo. Mai specchio.
 Pedro Salinas
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Raison d´etre Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Sull'occhio dietro la nube della luna
 su di te il cui tocco su un cuore Stradivari fa arrossire
 il coro degli angeli
 su Mr. Eros che calpesta le rose-del-sole
 e siede fra i salici
 a piangere
 sugli olivi
 sui vibranti rossi, neri, ori luminosi della
 decadenza
 sulla forza del silenzio e i vantaggi della
 incoscienza
 sull'Eclisse Rosa
 sul geyser nella coppa del gabinetto
 sulla cinica virgola
 sulla pazzia stessa
 le incertezze d'impiego degli artisti
 sul catcher preso nel suo guantone
 sul petrolio e l'opale, il sangue e le ossa
 della terra
 sul tocco di ferro dietro guanti rosa
 su inciviltà in pensione sprofondate sotto livelli
 brillanti di rugginoso splendore
 su me stesso
 sventolo la bandiera raison d'etre.
 
 Oliver PITCHER
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Viaggio Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 
 Arrivai a Milano costeggiando i navigli;
 molti disperati popolavano la riva
 e nella loro follia parlavano di quiete.
 Cercavo di afferrare la mia immagine nelle torbide acque
 Prima di cadere e affondare
 nel mio fato battesimale.
 Il resto era palude, palafitte,
 mercanti di ogni tipo,
 ricercatori di cornamuse
 perse nella notte dei tempi.
 
 Un’aborigena mi prese per mano
 portandomi nel suo nido,
 la fecondai fino all’ultima covata.
 Dandole fino alle ultime forze
 mi trovai con le spalle
 scagliate su questa terra
 pensai fosse la mia tomba,
 
 ma il cielo si aprì
 mostrandomi la costellazione.
 Le campane del duomo
 raddoppiavano il loro rintocco
 dandomi il benvenuto,
 mettendomi nelle tasche le loro leggi
 e sulla fronte un marchio.
 
 
 
 
 J. Manuel Serante Cristal
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Addio ... Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Addio monti sorgenti dall’acque, ed elevate al cielo;
 cime ineguali, note a chi è cresciuto tra voi,
 e impresse nella sua mente,
 non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi familiari;
 torrenti, de’ quali distingue lo scroscio,
 come il suono delle voci domestiche;
 ville sparse e biancheggianti sul pendio,
 come branchi di pecore pascenti;.. addio!
 
 Quanto è tristo il passo di chi,
 cresciuto tra voi, se ne allontana!
 Alla fantasia di quello stesso
 che se ne parte volontariamente,
 tratto dalla speranza di fare altrove fortuna,
 si disabbelliscono, in quel momento
 i sogni della ricchezza;
 egli si meraviglia d’essersi potuto risolvere,
 e tornerebbe allora indietro,
 se non pensasse che, un giorno,
 tornerà dovizioso.
 
 Quanto più s’avanza nel piano,
 il suo occhio si ritira,
 disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme;
 l’aria gli par gravosa e morta;
 s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose;
 le case aggiunte a case,
 le strade che sboccano nelle strade, pare che levino il respiro;
 e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa,
 con desiderio inquieto, al campicello del suo paese,
 alla casuccia a cui ha già messi gli occhi addosso, da gran tempo,
 e che comprerà, tornado ricco a’ suoi monti.
 
 - verso il 1800 o su di li -
 Manzoni Alessandro
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Ancora una cosa Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Tutto non sciolto, inestricabile - dice. Conoscenze sparse accumulate,
 codici, leggi, archivi, carte d'identità, libri -
 Chi sei? chi sono? dove e quando?
 fino a quando e perché? Nessuno risponde. Tuttavia
 dici ancora "buongiorno", "buonanotte", mentre nel vecchio caffè,
 dietro i vetri appannati, scorgi
 i due marinai in pensione che giocano a scacchi.
 Sul tavolino accanto, vuoto, è posata una rosa rossa.
 
 Ghiannis Ritsos
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | una "bella giornata" Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 una "bella giornata"
 niente è successo
 e niente doveva succedere
 il vento ha agitato le foglie
 che non sono cadute
 la barca all'ormeggio non è uscita
 e la pioggia è caduta
 sull'erba noncurante
 tutto era pieno
 anche il bicchiere vuoto.
 
 Maureen N. McLane
 
 |   |  		|  |  |  	|  |  			|  |  |  		|   | Luna piena Commenta   Vedi solo questo argomento
 
 Non più trono di una dea che preghiamo,
 non più la bolla di sapone in cui vive
 l'omino che ruzzola delle fiabe dell'infanzia,
 
 L'enfatica luna ascende -
 la brillante sfida agli esperti di razzi,
 la bianca speranza degli uomini delle comunicazioni.
 
 Alcuni che amo e che son morti
 sorvegliavano la luna e sapevano i suoi usi;
 piantavano sementi, si tagliavano i capelli,
 Si foravano gli orecchi per cerchi d'oro di orecchini
 secondo che la luna consigliava.
 Essa splende stanotte sulle loro tombe.
 E bruciava nel giardino dei Getsemani
 la sua luce resa santa dalle lacrime abbaglianti
 con cui si mescolava.
 E diffuse il suo fulgore sul sentiero d'esilio
 di Colui che era Il Leggiadro,
 quella luce resa santa dalla sua Santità.
 Già ora una meta ambita e domani forse
 base militare, un livido settore,
 la luna piena sovrasta l'oscurità ansiosa.
 Robert E. HAYDEN
 
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