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Da “Il Cospiratore”: … Chi può stabilire quando un giudizio è basato sulle apparenze e quando è basato sulle evidenze? …Difficile che qualcuno possa arrogarsi il diritto di avere il giusto metro di valutazione. L'errore è sempre possibile. E allora che fare? Per paura di sbagliare smettiamo di fare valutazioni/considerazioni/supposizioni? Ci trasformiamo in esseri amorfi ed insensibili e ce ne restiamo chiusi comodi comodi nel nostro guscio?...
… Direi che tutti hanno "l'obbligo morale" di giudicare pur sapendo che si può sbagliare, e al medesimo tempo tutti hanno l'obbligo di accettare il contraddittorio e il dovere di ammettere gli errori di giudizio laddove fossero evidenziati. Ma al contraddittorio si deve avere l'onestà intellettuale di porsi. Non si può accusare qualcuno di "giudicare secondo le apparenze"quando per partito preso si evita il contraddittorio e non si espongono le proprie ragioni…
…Superfluo dire che gli errori possono essere evitati se ci si limita a giudicare sulla base dei fatti e delle evidenze…

Giustissimo, niente da contestare. La mia non voleva essere una provocazione ma soltanto una riflessione (è chiaro che se smettessimo di fare valutazioni restiamo “comodi nel nostro guscio” e aggiungerei anche fuori dalla società stessa). Daccordissimo sul fatto che “tutti hanno l’obbligo di accettare il contraddittorio e il dover ammettere errori di giudizio” qualora evidenziati. La mia riflessione però voleva far emergere che oggi, nella società in cui viviamo, tutti sono giudici e giudicati, è come se non ne potessimo fare a meno e molto spesso facciamo commenti e considerazioni solo per abitudine, soltanto per criticare, ma che non abbiamo alcun diritto di fare, allora prima di parlare a ruota libera dovremmo prima pensare "ma cosa so io della vita di quello?". Perciò prima di mettere in moto la lingua sarebbe bene inserire la chiave nel motore. Oggi il giudizio non è una rarità, ma è diventata la normalità. Mi sembra che abbiamo quasi un bisogno di poter classificare le persone subito, non appena le conosciamo, per decidere se sono simili a noi o se possiamo fidarci di loro. Troppo spesso, forse anche condizionati dai mass-media e dalla politica, abbiamo già noi la soluzione che altri non hanno trovato (se ci pensate è stranissimo!) invece secondo il mio parere prima di giudicare l' operato di una persona bisognerebbe valutare per quali motivi ha dovuto agire in quel modo (la riforma Monti ne è un esempio evidente, giusta o sbagliata che sia!)

“Non giudicate, affinché non siate giudicati”. Con questo non si intende che non ci è lecito dare giudizi sui comportamenti altrui, ne tanto meno che le persone non sino autorizzate ad agire e comportarsi senza “imporre” le loro scelte e criteri morali. Però attenzione: quando il giudizio o il giudicare diventano senza giustificazione, il condannare o il “punire” gratuitamente, non ci sto. Se invece diventano il mettere in questione, il decidere, il provare ecc., a livello costruttivo allora ne possiamo discutere.
Meditiamo:
“Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro son lupi rapaci” (Matteo 7, 15). Bellissima citazione! Noi non potremmo guardarci, o sapere se un profeta sia falso oppure no se noi non esercitassimo la facoltà di giudizio. Per questa ci viene dato un criterio oggettivo: sono i falsi maestri a provocare separazioni e non quelli che protestano contro i loro errori. Spero di essere stato chiaro!
“Non giudicate” (Matteo 7, 1). Questo comando ha a che vedere con il giudizio ipocrita e non è diretto contro coloro che, in amore e sincerità, discernono se un maestro o una dottrina è vera o falsa rispetto alla Parola di Dio. “Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello” (Matteo 7, 1-5). Quest’ultima citazione della Scrittura ci comanda di giudicare sinceramente: “...allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello”. Non dobbiamo dimenticare o cercare di evitare il fatto che ci comanda di: “giudicare con un giusto giudizio” e elogia qualcuno dicendogli: “Hai giudicato rettamente” (Luca 7, 43). Dice ad altri: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate secondo giustizia”.
Allora la cosa più utile da fare sarebbe incominciare a giudicare noi stessi. Che cosa avverrebbe se giudicassimo i nostri difetti nello stesso modo con il quale giudichiamo gli altri e se trattassimo gli altri con la stessa disponibilità e tolleranza con la quale giudichiamo noi stessi?

Spero di non essermi dilungato molto, auguro ancora a tutti Voi un sereno natale.


Gianluca maggio
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