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Il sottosegretario Letta preoccupato: "Giornate incerte, affanose e amare". Allarme nel Pdl per possibili assenze strategiche: deputati precettati. Il Pd annuncia battaglia: "Parlamento bloccato sui problemi del premier, ce ne vergogniamo"
ROMA - Il passaggio stretto, e le ansie nella maggioranza alle prese con la strenua difesa di una delle leggi salva-premier la si legge nelle parole con cui Letta ha deciso (una delle rare volte) di commentare il passaggio che attende il Parlamento: "Quella che si prospetta sarà una settimana incandescente" e, particolarmente oggi, sarà "una giornata difficile. "Alle nostre solite responsabilità - ha aggiunto -, in questi giorni aggravate dalla guerra in Libia e dalla questione degli immigrati, si aggiungono queste giornate incerte, affannose e amare".
Il riferimento al dibattito che si apre oggi è esplicito. Così come la preoccupazione nello stato maggiore del Pdl su possibili assenze strategiche di deputati da qui a domani sera, quando Montecitorio dovrebbe dare il via libera al provvedimento. E il gruppo parlamentare in vista del voto. Mario Mantovani, che insieme a Daniela Santanché ha organizzato le truppe azzurre davanti al Tribunale di Milano, ammette che "la situazione è difficile, ma mercoledì andrà tutto bene. (…)
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Processo breve? Vi sembrerà incredibile ma perfino Catone è d'accordo. Quello che non ci sta, è il fatto che una legge in apparenza giusta ed etica, sia confezionata su misura per il Berluskazzo, senza considerare le ricadute in termini di migliaia di processi che andranno alle ortiche e le migliaia di cittadini che non avranno giustizia per reati che saranno prescritti. Allora le domande sono: Come mai proprio ora tutta questa fregola del processo breve? Come mai il nostro presidente del consiglio non dichiara di voler rinunciare al processo breve dimostrando di non avere interessi personali? Come mai si ha fretta di fare una legge che accorcia i tempi dei processi senza prima, o contemporaneamente, dare alla magistratura i mezzi e le metodiche per adeguare la macchina della giustizia alle nuove esigenze?
La risposta è semplice: Berluscazzo vuole l'assoluta certezza che le sue pendenze vadano in prescrizione. Per questo, sacrifica la possibilità di avere giustizia di tutti gli italiani.
Dei processi di cui e stato protagonista, lui dice di essere sempre stato assolto. Balla cosmica! Come ben dimostrato da stampa e televisioni non di regime, in diversi processi non è stato condannato semplicemente perché nel tempo i reati sono stati prescritti per scadenza dei termini o sono stati depenalizzati da leggi su misura (vedi falso in bilancio). Ber dirla meglio: Una macchina della giustizia con pochi mezzi, inadeguata e farraginosa, ha riconosciuto il nostro eroe COLPEVOLE ma non ha potuto condannarlo. Stessa storia del reato di associazione mafiosa per Andreotti.
Ma Berluskazzo vuole essere sicurissimo di non fare i conti con la giustizia - la prescrizione breve non gli basta. I suoi fidi gli hanno confezionato su misura la ciliegina: Se l'imputato ha più di sessantacinque anni, i termini di prescrizione si accorciano ulteriormente.
Intanto, fuori dal palazzo di giustizia milanese siamo costretti ad assistere allo squallido spettacolo di quattro incartapecoriti che applaudono e fanno i fans come se si trattasse si Inter Milan.
A quando il nuovo Risorgimento?
Catone il Censore | |  |  | | 
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