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| |  | | Per ricordare.... da "La provincia pavese" di febbraio Commenta Vedi tutti gli argomenti
BINASCO. Incendi dolosi in odore di'ndrangheta. Incontri. Omaggi al padrino. A squarciare il velo inquitante sulle infiltrazioni della mafia calabrese nel Sud Milano, è la stessa Direzione distrettuale antimafia. Nella richiesta per l'applicazione delle misure cautelari firmata da Ilda Boccasini nell'ambito delle indagini che fra luglio e ottobre hanno portato in carcere, fra gli altri, il direttore dell'Asl Carlo Chiriaco, il sindaco di Borgarello Giovanni Valdes e l'ex bancario di Vernate Alfredo Introini, vengono citati almeno tre episodi di roghi sospetti. Il primo si verifica il 27 gennaio 2008 a Badile, frazione di Zibido. «All'interno di un cantiere edile - si legge - ignoti utilizzando liquido infiammabile contenuto in una tanica di plastica per distruggere una pala escavatrice della ditta. I carabinieri di Binasco, nell'informativa, riferiscono che durante la stessa notte, la medesima impresa subisce un altro incendio, con ingenti danni, questa volta in un cantiere a Casorate». Il 9 febbraio dell'anno successivo, sempre a Zibido, altro incendio doloso. Anche questo episodio viene citatato nella richiesta d'arresto della Dda: «Intorno alle 2 di notte personale del radiomobile e militari della stazione di Binasco interviene in due diversi tratti della statale dei Giovi, nella frazione di Moirago (Zibido). In entrambe le localitá viene segnalato l'incendi di due macchine operatrici, in uso a due diverse imprese di costruzioni stradali». Non solo atti intimidatori. Anche gesti d'ossequio e rispetto. Uno dei più significativi, avviene nel novembre del 2007 all'ospedale di "Mira" di Casorate. Qui infatti muore Pasquale Barbaro, elemento di spicco della criminalitá organizzata calabrese in Lombardia. Lo dice il rapporto del nucleo investigativo dei carabinieri del gruppo di Monza, nell'indagine denominata "Infinito". I militari annotano che «a seguito di un malore Pasquale Barbaro viene trasportato all'ospedale di Casorate, dove muore poco dopo. Dalle intercettazioni emerge che i funerali si sarebbero svolti, verosimilmente, il giorno successivo nel Comune di Platì. Ma giá dalla stessa mattina i principali indagati, una volta appreso del decesso, si recano a rendere omaggio alla salma». «L'atteggiamento - scrivono gli investigatori - anche se apparentemente puó sembrare una normale manifestazione di cordoglio, nel caso specifico riveste una notevole importanza tenuto conto della caratura criminale del defunto Barbaro, che dalle più recenti inchieste giudiziarie emerge come referente della'ndrangheta in Lombardia per le zone di Corsico e Buccinasco». Dai rapporti del nucleo investigativo, infine, emerge un incontro fra due esponenti della'ndrangheta «in un bar del centro a Binasco, dove si sono visti l'altra volta». «Pertanto è ragionevole affermare - concludono gli investigatori - come su tutta l'area indicata sia effettiva e concreta l'influenza della'ndrangheta».(g.s.) 11 febbraio 2011 rigoroso | |  |  | | 
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