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SOGNO DI
SINDACO
D’estate,
seduto al bar, gli capitava di osservare dall’altra parte
della statale la facciata del suo municipio. A volte dopo
pranzo si appisolava. Un paese poco fortunato il suo. Con
quella strada fra i piedi, neanche un’isola pedonale si
poteva creare. Tutti i paesi attorno avevano una zona a
traffico vietato o almeno a traffico
limitato, bella, segnalata
con grandi cartelli verdi, con sistemi di controllo
elettronici e minacce di multe milionarie. Lui, con una sola
strada, in più statale, non poteva fermare nessuna auto. E
dire che i suoi concittadini pedoni e ciclisti ce la
mettevano tutta per intralciare il traffico, ma avevano
sempre la peggio e dopo la breve sosta dell’ambulanza il
traffico riprendeva
più cattivo di prima. Non ce l’aveva con gli
automobilisti, anche lui andava in auto, ma voleva lasciare
un segno. Così andò in giro per il mondo nei paesi e nelle
città a osservare. A Milano vide il Duomo, a Vigevano vide
il Castello, a Bologna vide i portici. Quando tornò a casa
aveva le idee chiare. Il suo paese aveva bisogno
di un centro storico.
Chiamò un grande architetto, il più grande della terra e
gli chiese di costruire un castello con mattoni molto vecchi
con attorno un prato e degli alberi e delle panchine e un
muretto ad altezza giusta che i bambini potessero salirci
sopra, poi chiese di costruire una grande chiesa con il suo
campanile ed una piazza davanti con gli alberi e le panchine
per i pensionati e le giovani madri che portano a passeggio
i loro piccoli in carrozzina. Infine chiese di costruire i
portici con le colonne di granito, i negozi sotto e molti
bar con i tavolini fuori per la gente che vuole sedersi a
prendere il fresco. Tutto fece costruire, poi convocò il
Consiglio comunale e fece un gran discorso, alla fine
propose di creare una zona a traffico vietato e una zona a
traffico limitato. I consiglieri si alzarono tutti in piedi,
tanti battevano le mani altri fischiavano. Il pubblico in
fondo alla sala gridava. Nel trambusto che seguì nessuno
capì più niente e quando fu messa ai voti la delibera
tutti votarono a favore e il pubblico allora battè le mani.
(tipi)
BINASCO
Problemi... problemi ... La scuola elementare che
non arriva mai, e poi gli spazi pubblici, tutti a
pestarsi i piedi nel Centro civico, il traffico, la
SGEA, gli spazi verdi, ........... e le antenne
sulla torre dell’acquedotto sulle quali è calato
un silenzio di tomba. Non si sa se questo significa
che in Castello sono soddisfatti e tranquilli o se
invece stanno ancora pensando ad una soluzione più
sicura per i cittadini; le barriere antirumore
sulla A7 che non fanno dormire gli abitanti di Via
Pitagora e non solo. Forse adesso che hanno
ricominciato a costruire nell’area ex Binedil
prossima all’autostrada qualcosa si muoverà.
Speriamo bene e che la soluzione non sia troppo
pasticciata. |
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