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FINALMENTE IL PARCO SUD, MA ......

Dopo più di 10 anni dalla sua costituzione è stato licen­ziato con atto della Giunta Regionale, in base alla nuova normativa, il PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) del Parco Sud. Ora lo strumento per la pianificazione e la gestione della grande area che circonda il sud di Milano c’è ed è un bene, ma risulta fortemente indebolito rispetto alle impostazioni iniziali.

La prima idea fu quella di un piano che rappresentasse un argine alla cementificazione selvaggia con la difesa della vocazione agricola di questo territorio. Non si voleva che il Sud seguisse le sorti del Nord di Milano.

Successivamente, da questi obiettivi protezionistici si passò ad un obiettivo più ambizioso, quello di un modello di sviluppo che mettesse al centro le attività agricole, di particolare pregio nell’area, e le rilevanze ambientali e storiche. Da qui era nato un rapporto più stretto con gli agricoltori, da qui la necessità di un piano che desse certezze all’attività primaria e sottraesse quest’area alle mire della speculazione, alle continue trasformazioni d’uso.

Ma il tempo non è passato invano.

Ad iniziare dalla metà degli anni 90’ è cominciato il processo di svuotamento del Parco Sud e alla fine gli interessi forti, gli interessi delle grandi immobiliari hanno pesato molto, troppo. Non si tratta solo delle nuove aree che sono state in ultimo sottratte al parco, si tratta anche del quadro normativo. Manca un disegno complessivo omogeneo. Le regole sono più deboli.

Da una parte, per piccole aree di forte pregio ambientale, vi sono norme di tutela molto rigide, per tutto il resto sono state inserite nuove regole che consentono nuove trasformazioni d’uso ai danni dell’attività agricola.

E’ il caso delle norme sulle cascine. Esse si prestano a divenire la nuova testa di ponte della speculazione. Infatti consentire, la variante di destinazione d’uso dell’immobile della cascina separatamente dal terreno agricolo di pertinenza, senza porre limiti precisi all’intervento delle immobiliari può portare alla formazione di insediamenti residenziali “pesanti” con la necessità di nuove strade, di nuovi servizi. Prima o poi l’agricoltura in queste aree sarà solo un peso e verrà espulsa. Allora l’agricoltore cercherà di ottenere la trasformazione d’uso anche del terreno. Questo processo di trasformazione del territorio in due tempi è previsto anche dalla legge.

Occorre poi ricordare la legge 18 del ‘97 che delega ai comuni i pareri che in precedenza erano di competenza della Regione in merito agli interventi che ricadono in aree soggette a tutela. Un eccesso di delega assai rischioso per il controllo del territorio.

Tutti coloro che hanno sostenuto l’idea di un Parco Sud come nuovo modo di concepire la valorizzazione del territorio sono avvertiti. La partita è finita non proprio bene. Ci aspettano i tempi supplementari

(da un colloquio con Enrico Fedreghini)

VIABILITA'

Problema grave per la nostra zona, che si aggraverà sempre più, basti pensare al CSM e al Business Park di Lacchiarella, al Centro Direzionale di Binasco (previsto dietro al cimitero), ad Assago dove deve arrivare la MM2 e dove è in programma il raddoppio di Milanofiori e un nuovo parco divertimenti tipo Gardaland, allo sviluppo degli insediamenti commerciali e di terziario a ovest di Milano, al traffico indotto da Malpensa. Per far fronte a questa marea di traffico in crescendo c’è chi (I comuni ) punta a potenziare la rete stradale esistente, chi (Regione e Camere di commercio) punta ad una nuova tangenziale che colleghi Malpensa, Abbiategrasso, Binasco, Melegnano e poi Bergamo e Brescia. Tempi duri per Binasco e dintorni!

 

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