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CAMPI ELETTROMAGNETICI E TUTELA DELLA SALUTE

Documento inviato al Sindaco di Binasco in data 16 Dicembre 2000

INTRODUZIONE

Lo sviluppo delle telecomunicazioni, specie di quelle cellulari, ha assunto un valore strategico nella nostra società, sia sul piano economico che su quello sociale. La crescita di questo settore, che per il prossimo futuro vedrà nuove accelerazioni e che ha creato comprensibile allarme nella popolazione, deve avvenire in una logica di ‘sviluppo sostenibile’ e quindi all’interno di regole e di controlli precisi.

Regole e controlli sono necessari per la tutela della salute, perché i campi elettromagnetici legati allo sviluppo delle telecomunicazioni sono fattori di rischio e possono causare gravi malattie. A queste conclusioni sono giunti anche l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto per la prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro. Che i campi elettromagnetici siano fattori di rischio è riconosciuto dallo stesso decreto governativo N. 381 del 10 Settembre 1998 che ha per titolo “Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”.

Quindi il rischio derivante dai campi elettromagnetici è scontato, si discute soltanto sui livelli di esposizione continuata da considerare accettabili.
In questa situazione occorre applicare il principio di cautela che significa “ usare con prudenza e cautela quelle tecnologie che non risultano completamente e sicuramente innocue”.
Il principio contrario, cioè agire solo su prova certa, su verifica del danno subito, vuol dire, di fatto, consentire una sperimentazione su cavie umane.

Non mancano esempi tragici dovuti al non rispetto di questo principio. Vedi DDT e amianto.
Le norme che fino ad ora sono state prodotte a livello nazionale e a livello regionale vanno in questa direzione anche se sono ancora insufficienti e confuse.

Il Decreto 381 del 10-9-98 fissa una misura di cautela (per i ripetitori di telefonia cellulare, impianti di trasmissione radio-TV, impianti di comunicazioni satellitari, impianti fissi per radioamatori) ovunque la popolazione risieda per oltre 4 ore al giorno (case, scuole, ospedali, luoghi di lavoro ecc.) pari a 6 V/m e a 0,016 A/m.

Sulle misure di cautela vi è da notare che l’Istituto Superiore di sanità (Iss) e l’ Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza (Ispesl) hanno prodotto in data 29 Gennaio 1998 un documento che suggerisce per la telefonia cellulare digitale un obiettivo di qualità di 3 V/m, la metà del limite entrato nella norma.

Ancora: una riduzione dei limiti (fino a 3 V/m e a 0,008 A/m) è stata assunta in atti legislativi della Regione Lombardia e della Regione Liguria, anche se poi tali leggi non sono entrate in vigore per l’opposizione del Governo, e in una delibera della Giunta della Regione Lazio del 20 Aprile 2000.

Il Decreto 381 prevede ancora (comma 1 dell’art. 4) che “la progettazione e la realizzazione degli impianti deve avvenire in modo da produrre i valori di campo elettromagnetico più bassi possibile, compatibilmente con la qualità del servizio svolto dal sistema stesso, al fine di minimizzare l’esposizione della popolazione”.

La Circolare Regionale 55/SAN del 18/10/99 riprende questa normativa nell’art.2.

“I titolari delle stazioni radio base sono tenuti a rispettare i limiti di esposizione fissati dal decreto interministeriale 381/98 e ad adottare iniziative che consentano di ridurre al minimo l’emissione di campi elettromagnetici ... “ e nell’art.3 suggerisce che “i Comuni interessati dalla installazione di nuove stazioni radio base inizino ad individuare criteri e, ove possibile, zone per la localizzazione di queste ultime, tenuto conto della compatibilità con la tutela sanitaria della popolazione e con la protezione dell’ambiente e del paesaggio.”

LA SITUAZIONE A BINASCO

Anche a Binasco esiste un problema “antenne”.

Ufficialmente (lett. del 25.05.99 ricevuta in copia) l’Associazione è a conoscenza di antenne OMNITEL installate sulla torre dell’acquedotto, cioè nel centro abitato, per le quali l’Amministrazione Comunale ha chiesto alla ASL di Melegnano, alla OMNITEL e al CONSORZIO ACQUA POTABILE “un tempestivo e autorevole intervento teso alla verifica della non nocività degli impianti”.

Sull’esito della verifica della nocività degli impianti non abbiamo avuto notizie.
Ci risulta poi in via non ufficiale una richiesta, poi rientrata, di installazione sull’Hotel Comtur e recentemente una richiesta andata in porto per un’antenna installata vicino al Motel Visconteo.

Su questi problemi, riteniamo compito nostro cioè di un’associazione che per statuto si occupa di ambiente e salute, avanzare alcune richieste all’Amministrazione Comunale e al Sindaco che è l’Autorità sanitaria locale.

Crediamo opportuno un piano di monitoraggio degli impianti esistenti con misurazioni eseguite sul campo, in un intervallo di tempo di almeno 24 ore. Chiediamo che le rilevazioni siano commissionate agli enti istituzionali preposti a queste funzioni (Asl, Arpa, Ispesl ).

Riteniamo necessario poi dare a tutti i cittadini informazione sull’esito delle rilevazioni.
Data la dimensione del paese, riteniamo possibile che tutte le antenne siano disposte fuori dall’area abitata.

Quindi appoggiamo la richiesta di spostare le antenne poste sulla torre dell’acquedotto, in applicazione del principio di cautela, utilizzando tutte le possibilità offerte dalla normativa vigente.

Da notare, a questo proposito, che diverse ordinanze del Consiglio di Stato confermano la competenza urbanistica comunale in materia e precisano che le Amministrazioni hanno piena facoltà di revocare autorizzazioni già concesse, a condizione di disporre una localizzazione alternativa. (ordinanze del 30/07/97 n. 6404, 25/03/97 n.3806/96).

Per le nuove installazioni suggeriamo una procedura che consenta alla popolazione interessata di venire a conoscenza del progetto e la possibilità di fare ricorso.

E’ pure opportuno che sia prevista a livello comunale una procedura di controllo degli impianti a intervalli di tempo appropriati con informazione ai cittadini.
Onde evitare la proliferazione degli impianti sarebbe utile che il Comune definisse un’intesa con i gestori telefonici per giungere ad una pianificazione degli stessi e ad una loro razionale utilizzazione.

Infine chiediamo che il Comune di Binasco regoli l’installazione degli impianti per la telefonia cellulare (stazioni radio base) in modo più cautelativo di quanto previsto dal decreto governativo 381 del 1998 adottando come obiettivo di qualità il limite di 3 V/m e di 0,008 A/m.

Binasco, 12 Dicembre 2000

Scarica la risposta del Comune: Risposta.zip (174Kb)

 

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