...Vi parlerò un pochino anche degli sport nel
nostro paese: c’era il calcio, si correva a piedi. Era presente anche
l’atletica, soprattutto il fondo. Esisteva già la Virtus ed era la Virtus
dell’oratorio.
Io personalmente posso ritenermi un ex velocista,
anche se quando c’erano le coppe da vincere io gareggiavo in tutte le discipline
dell’atletica.
Mi ricordo che una volta partecipammo ad una gara
di fondo a Rozzano, abbiamo vinto, ma abbiamo perso il treno della sera e,
seppur stanchi dalla gara, siamo dovuti tornare a Binasco a piedi.
La domenica si svolgevano le partite di calcio tra
alcune squadre della periferia di Milano e la squadra di Binasco. Era un
approccio più familiare, quasi casereccio: se qualcuno di Binasco conosceva un
giocatore di un’altra squadra, ci si metteva d’accordo e si organizzava la
partita.
Mi ricordo bene di questa cosa che ritengo anche
abbastanza importante ricordare: i premi per i vincitori non consistevano come
oggi in coppe, ricchi premi e miliardi a palate, ma c’erano solo parole,
complimenti, elogi. Era uno sport diverso, oserei dire "vero".
C’era un biaschino che è diventato un giocatore
professionista, il Bettolini. Ha giocato prima nella Lazio a Roma, poi purtroppo
si è infortunato ed è andato a giocare nel Como.
Anche Sacchini, figlio dell’allora macellaio di
Binasco, era un bravo giocatore.
Anche il ciclismo faceva parte degli sport di
Binasco. Morelllini, che abitava a Binasco, ha vinto il campionato nazionale
dilettanti di ciclismo.
Quando facevo il garzone c’erano in Binasco le
biciclette, ma erano poche, perché costavano tanto. Mi ricordo un avvenimento
curioso: una volta è successo che un certo De Felici ha vinto un’automobile
giocando alle carte.
Non tutti, come dicevo prima, avevamo la bici. Io
possedevo una bicicletta insieme a mio fratello.
Dopo la prima guerra mondiale avevamo la
possibilità di comprare le biciclette dei bersaglieri. Erano, queste, biciclette
che ovviamente erano appartenute ai nostri bersaglieri, vendute a basso prezzo
perché avevano le ruote piccole e le gomme erano storte e senza camera d’aria
per poter permettere lo smontaggio e il trasporto delle stesse.
Un altro ricordo molto vivo nella mia memoria è di
quando suonavo nella banda. Quando c’era a Binasco Don Vincenzo Traversi, era
sua volontà avere la banda dei grandi e quella dei piccoli. Noi piccoli, abbiamo
imparato a suonare con Monsignor Maiocchi. Le domeniche in estate facevamo i
concerti e dopo si andava tutti insieme a giocare.
I giochi che meglio ricordo sono questi: c’erano
alcuni vasi, contenenti acqua o regali, appesi ad una traversa. Si bendava il
giocatore che con un bastone doveva posizionarsi sotto a uno di questi vasi e
romperlo per vedere se aveva vinto un premio o se si sarebbe fatto una bella
doccia.
Poi c’era l’albero della cuccagna, un palo tutto
coperto di grasso con appesi in cima alcuni regali. I giocatori si spogliavano e
cercavano di scalare questo palo per prendere finalmente i meritati
regali....(continua)