Episodio 6 - " Polo Nord "
 


Finalmente le coste dell’ Alaska erano di nuovo in vista. Bon e Elvis Johnson erano in plancia che scrutavano l’ orizzonte coi binocoli. Fu così che Bon vide in lontananza i miseri resti del traghetto stampa, che a mala pena galleggiava. 
Subito dopo, lo sguardo di Johnson s’ illuminò come quello di un bambino alla vista dello zucchero filato. Anche Bon irradiava una specie di brillantezza divina.
Sul traghetto stampa, Loreine De Paris stava prendendo il sole in costume, mentre due fotografi schiavi le stavano facendo aria con dei giornali. Elvis Johnson stupito esclamò :

- Non pensavo esistessero donne così !

Volle allora dedicare a quella rara bellezza una delle sue ballate : “ Ehi rossa ehi ehi”….Bon si tappò le orecchie e poi scese al secondo livello, dove c’ era Coyote.

- Qui i conti non tornano….tutte le navi Americane sono scomparse….in mare ho visto detriti e relitti di ogni genere…e la bellissima Loreine De Paris è sul traghetto stampa. I racconti degli ufficiali dell’ incrociatore 1 dovevano essere veri. I russi hanno affondato le nostre navi da guerra e si sono impadroniti del traghetto dei giornalisti.

Coyote, curioso come non mai, strappò di mano il binocolo a Bon per guardare la bella Francesina. Vedendola, il Sergente entusiasta si mise a fare la “ danza della bellezza “ Sioux. Dall’ alto dell’ albero maestro Custer rideva, vedendo Coyote nel tipico atteggiamento Indiano.

- Ma quello è ancora là !?

Chiese Bon.

- E là deve stare !

In quel preciso istante, un siluro squarciò letteralmente in due l’ incrociatore 1, che affondò senza lasciar superstiti, sotto gli occhi sbalorditi di tutto l’ equipaggio 
dell’ Alabama.

- I Russi sono sotto di noi !

Urlò il Cap.Timons.

- Calate le scialuppe !


Sul traghetto stampa, Loreine De Paris era confusa ma entusiasta : contro ogni pronostico il Gen.Sminkianov era tornato, ligio al suo dovere, per salvarla proprio quando ormai pensava di essere perduta. Infatti, sotto il mare, Sminkianov stava nella sala comando, steso su una sdraio, intento ad organizzare anche l’affondamento dell’ Alabama. Si era trovato lì per caso, durante il tragitto di ritorno verso la madre Russia e non aveva potuto fare a meno di intervenire, anche se a malavoglia…Mentre l’ equipaggio dell’ Alabama si metteva in salvo sulle scialuppe, la grande nave saltò in aria, colpita da quattro siluri, scaraventando Custer, che nessuno aveva voluto sulla propria scialuppa, proprio sulla barca di Bon e Coyote.
Prima di affondare, la nave esplose di nuovo in più punti, proiettando blocchi d’ acciaio come proiettili verso tutte le scialuppe. Da quella sorta di inferno marino, 
uscì come per miracolo solo l’ imbarcazione di Bon e compagni. Un secondo prima che affondasse, dall’ Alabama si levò la voce imperiosa del Cap.Timons.

- Vi saluto amici…..seguirò la mia nave fino in fondo ! Dedicatemi una canzo…

…E scomparve negli abissi marini.

Nel silenzio di commozione della scialuppa, Elvis Johnson impugnò la sua chitarra ma quando fece per iniziare a suonare, con un gesto deciso della mano Bon lo fermò :

- Stavolta no….

Mesto Johnson capì e mise via il suo strumento. In quel mentre, la radio del traghetto stampa si mise a gracchiare.

- Signorina….è il Gen.Sminkianov….

Disse a Loreine il caporale Pipov.

- Modera la tua confidenza….signorina sarai tu….

IL caporale Pipov la ringraziò profondamente e poi se ne andò lisciandosi i capelli ed ondeggiando i fianchi…..Loreine ci rimase malissimo. Poi afferrò il ricevitore, riacquistando la sua gelida calma.

- Mi congratulo con lei Gen.Sminkianov….Ora capisco perché riveste questo importante grado. Ha dimostrato brillantezza sul campo di battaglia.

Ma dall’ altra parte, Sminkianov si era addormentato e non aveva sentito nessuno dei complimenti. IL suo luogotenente allora lo svegliò e gli riassunse in breve il discorso appena fatto da Loreine.

- La ringrazio dei complimenti….lei è ancora giovane e quindi, anche se si dà un sacco di arie, sono molte le cose che non sa…..ma imparerà presto…..arrivederci…
- Ma come !? Non viene a salvarmi !?
- No….sono solo di passaggio….e poi c’ è un altro motivo per cui sono Generale : perché evito di salvare persone come lei….passo e chiudo.

Il “ Kruska “ 11 si allontanò per sempre dal campo di battaglia, lasciando Loreine nella disperazione. Intanto il gruppo di Bon si avvicinava inesorabile : erano tutti armati fino ai denti, mentre invece i Russi sul traghetto avevano finito le munizioni ed avevano l’ acqua alle caviglie. Per la bella Loreine De Paris era dunque giunto il momento della resa. Stranamente però, qualcosa là fuori non andava : già stava calando il buio, nonostante fossero solo le quattro del pomeriggio. Loreine, che vedeva già ormai nitidamente il viso vincente di Bon, non riusciva proprio a spiegarsi questo strano fenomeno. Forse l’ aurora boreale ? Invece no, si trattava di un terribile uragano, che in breve tempo si accanì su di loro con una furia mai vista.
La prima onda bastò a spazzarli via tutti, mentre la seconda già li aveva spinti 
all’ interno delle coste dell’ Alaska. Tutto venne inghiottito dalla furia della natura ed il cielo si colorò di un nero più buio di quello dell’ inferno. 
Intanto a New York, nell’ ospedale sotto assedio, La Barbette era stato contattato via telefono dal fantomatico Mister Corvus.

- Lei mi ha veramente deluso monsieur La Barbette. Sono settimane che è chiuso lì dentro e che non riesce ad uscire.
- Ma ci sono i cecchini là fuori ! E’ impossibile uscire !
- Quante storie ! Un uomo come lei deve trovare le risorse in ogni situazione !

Stiamo subendo la più grande sconfitta da quando esiste la nostra organizzazione. Le zanzare stanno lentamente morendo, hanno rintracciato ed ucciso quasi tutte le creature modificate e so per certo che a causa di alcuni ufficiali Sovietici incompetenti, stiamo subendo perdite ingenti nella battaglia sui mari del nord. Ho allertato tutti i nostri migliori agenti. Diamoci da fare e combattete con onore ! E’ per questo che vi pago milioni su milioni di dollari ! Lei deve uscire e prodigarsi a favore delle zanzare….si muova !
- Ma come…..per le zanzare……per degli insetti….
- Insetto sarà lei, dannato Francese ! Quelle sono creature prodigiose e non devono estinguersi assolutamente ! Mi ha capito ! Io rischio la mia identità segreta ad usare questo telefono pubblico…in fondo lei cosa rischia !?
Solo la vita…..

E riattaccò.
Ascoltando la voce di Mister Corvus, La Barbette si esaltò.

- Mister Corvus ha ragione….

Si disse. Corse nell’ atrio, spinse via due dei suoi gorilla ed uscì fuori urlando :

- Vive la France !

I cecchini lo crivellarono di colpi e le zanzare della zona si accanirono su di lui, avendo finalmente cibo fresco a disposizione. Mister Corvus, che da un monitor aveva osservato tutto, commentò :

- Se sono tutti come questo per noi non c’ è speranza….

Poi però ci ripensò e si disse :

- Almeno le ha nutrite con sé stesso…

Nell’ ospedale, senza la guida del loro capo, tutti i gorilla si arresero e Bonner felice poté tornare al ristorante, per finire il dolce lasciato a metà.
Gli uomini dell’ organizzazione però, erano tutti muniti di una speciale pastiglia al cianuro, della quale fecero uso per evitare di consegnarsi alla Polizia. 
Un commosso Mister Corvus, non poté non esser fiero dei suoi uomini. 
Intanto, passato l’ uragano, Bon si ritrovò su un blocco di ghiaccio galleggiante.
IL freddo era insopportabile, dato che il nostro eroe indossava solo una camicetta leggera sotto il suo classico impermeabile. Per fortuna si ricordò in tempo di avere con sé una delle invenzioni che il suo amico, l’ ingegner Carpa, gli aveva preparato per quella missione : l’ antigelo per fibre muscolari aromatizzato al whisky….
Ne bevve un solo sorso e subito si sentì come un leone marino. Si tuffò nell’ acqua gelida e a nuoto raggiunse in un attimo la banchisa polare. Quando uscì dall’ acqua si accorse di non essere nemmeno bagnato e addirittura, colto da un attacco di calore, dovette togliersi l’ impermeabile. Poi, s’ incamminò verso l’ ignoto di quelle gelide zone, mangiando ghiaccio per rinfrescarsi. Dopo ben tre ore di noioso cammino, si rese conto che senza una bussola avrebbe rischiato di vagare per quei ghiacci per sempre.

- Che fine avranno fatto gli altri ?

Pensò tra sé con la morte nel cuore.
In un’ altra remota zona…..
IL Gen.Custer stava ritto in piedi con un osso di balena in mano, circondato da un gruppo di esquimesi, che gli giravano intorno nel tipico modo degli Indiani.

- Io non farò la fine del mio avo….io sono T.H.Custer…..io vincerò !

Urlava Custer con occhi da pazzo.
In quel mentre una rete gli piombò addosso e gli esquimesi, alquanto felici, in un dialetto sconosciuto esclamarono :

- Ak baràk akì fok uk !

Poi s’ incamminarono verso l’ interno, trascinando pesantemente la loro preda.
Poco più avanti, videro però una figura gigantesca e ombrosa sbarrargli la strada.

- Lasciate andare quell’ uomo, è un mio amico….

Intimò Coyote ai minuscoli esquimesi.
Questi si consultarono velocemente tra loro.

- Ohi ik ik…gias ?
- No, dok....

Dopo un quarto d’ ora di consultazioni, si diedero alla fuga abbandonando il Generale. Quando Coyote lo liberò, Custer scoppiò in un tragico pianto senza lacrime…

- Mi hai salvato la vita…

Disse singhiozzando.
- Ora noi due saremo più che fratelli…
- Calma un attimo…
- Qua la mano….stringila Sergente…ti prego…

Coyote lo prese alla lettera e gliela stritolò.

- Aaaahhh !!

Urlò Custer.

- Da noi, due fratelli si salutano così…

I due risero finalmente insieme e le loro tensioni si appianarono per sempre. 
Purtroppo però, quel momento idilliaco venne improvvisamente interrotto da un forte frastuono : gli esquimesi erano tornati ed avevano portato con sé due grossi orsi ammaestrati al combattimento. Quando furono vicini ai due, un esquimese fece annusare agli orsi un pezzo del vestito di Custer. Subito i due giganteschi animali si scatenarono. IL Generale fuggì, inseguito dal più grosso dei due, mentre invece Coyote si mise ad inseguire il più piccolo. Gli esquimesi, eccitati dai combattimenti, si misero a scommettere sui contendenti. Coyote saltò alle spalle del suo orso e lo spinse pesantemente a terra, spezzando il ghiaccio e facendo così cadere l’ enorme bestione in mare. Purtroppo però, Custer stava invece soccombendo e stavolta 
l‘ amico era troppo lontano per poterlo salvare. Immediatamente uno degli esquimesi gli si rivolse in una lingua abbastanza comprensibile e gli disse :

- Tu, grosso uomo…..se ti arrendi io ordinare a mio orso “ Patatone “ di fermarsi…

Coyote alzò in alto le mani e disse :

-Augh !

L’ esquimese come promesso diede l’ ordine e Custer fu salvo. Per la seconda volta scoppiò in un commovente pianto senza lacrime. Mentre gli esquimesi li scortavano al loro campo, il Generale continuava a ringraziare Coyote, il quale già si era pentito di averlo salvato per ben due volte. Bon intanto, aveva trovato un riparo per riposarsi qualche ora, sulla riva di un grande canalone d’ acqua. Spruzzando alcune gocce di “ antigelo Carpa “ su alcuni blocchi di ghiaccio, riuscì ad accendere un tenero fuocherello ristoratore. Proprio il fuoco però, fece improvvisamente luccicare qualcosa di insolito, contenuto all’ interno di un blocco di ghiaccio che si stava avvicinando alla riva. Incuriosito Bon andò a vedere. Quando fu a pochi metri dal
grosso iceberg, riconobbe intrappolato nella morsa del ghiaccio nientemeno che il Cap.Cooper….La sorpresa di Bon fu grande e la gioia immensa : come poteva esser
finito lì il buon Capitano ? Di solito la mafia soleva impilastrare i suoi nemici e questa nuova tecnica fu una vera novità per il sorpreso Bon. Spruzzate alcune gocce di antigelo sull’ iceberg, il ghiaccio sciogliendosi rilasciò il corpo inerme del Capitano. Poteva essere ancora vivo ? Bon era in ansia e non sapeva cosa fare.
Tentò così il tutto per tutto, facendo bere all’ amico alcune gocce del potente antigelo. Al primo contatto con le gocce, il corpo del Capitano prese a fumare.

- Però !
Esclamò un Bon entusiasta dell’ invenzione che l’ amico ingegnere gli aveva fornito. Cooper iniziò a tossire e poi a balbettare cose senza senso. Riuscì poi a mettere insieme la prima frase sensata :

- Senza il mio distintivo mi sento nudo…
- Allora vestiti….

Gli disse Bon, estraendo dalla tasca della giacca il prezioso distintivo e porgendolo all’ amico. Cooper si commosse nel poter di nuovo lucidare il suo prezioso stemma.
Poi finalmente abbracciò Bon, con sincera gratitudine.

- Che caldo fa….ma dove siamo, alle Hawahii ?

Chiese Cooper ancora confuso.

- Siamo al Polo Nord !

Il Capitano svenne di nuovo. Intanto la colonna di esquimesi era ormai giunta al villaggio, un agglomerato di squallidi igloo rattoppati e impregnati di grasso di foca,
di balena e di capodoglio. Questa infatti era una vecchia tecnica di costruzione usata dai loro avi, volta a migliorare la tenuta termica delle costruzioni stesse.
Appena entrati nel villaggio, il tremendo fetore si abbatté su Custer e Coyote come la mannaia di un boia. Un particolare colpì subito i nostri due sventurati amici :
il vento gelido del nord trasportava una strana musica….

- Ehi ehi foca…..ehi ehi….ohi ohi ghiaccio ohi….ehi ehi pinguino ehi…

Era proprio lui, Elvis Johnson, che grazie alla sua musica ed ai suoi grassi cosmetici per capelli, nel villaggio esquimese era diventato praticamente una star.
Mentre i due venivano rinchiusi in un cubico igloo prigione, Elvis Johnson era invece nell’ igloo del capo villaggio, il signor Pak Pak Pak.

- Caro compositore e musico del nostro villaggio….lei conosce quei due stranieri che abbiamo catturato oggi ?

Gli stava chiedendo Pak Pak Pak.

- No, io viaggio solo…

Mentì lo spudorato Elvis.

- Temiamo facciano parte di una losca organizzazione, che da anni ci sta rovinando la vita, infliggendo terribili torture agli animali di tutta la zona. 

Elvis venne non poco colpito da questa affermazione e decise di indagare.

- Dove hanno la base questi criminali ?
- Più a nord…dove il gelo morde feroce e dove il vento ti soffia via…
- Via dove !?
- Via…..

A quel punto Elvis non chiese più nulla. Aveva però capito che il barbaro esquimese stava parlando di Valery Galbarov e dei suoi esperimenti. Pak Pak Pak gli chiese di suonare ancora per lui per alcune ore, dopodiché chiese il “ bis “….e poi soddisfatto si coricò, lasciando Elvis con le mani fumanti. In quel villaggio, come in tutti i villaggi esquimesi, quando si coricava il capo anche gli altri dovevano per forza dormire, cani da slitta compresi….Elvis poté a quel punto raggiungere il cubo prigione e mettersi in contatto coi due amici. Coyote e Custer insistevano per essere liberati ma Johnson fece loro notare che tutt’ intorno al villaggio vi erano miglia e miglia di ghiaccio sconfinato. Per il momento una fuga era davvero impensabile. Prima di tornare nell’ igloo del capo, Elvis disse loro che gli esquimesi sapevano di Valery Galbarov e che dunque stava indagando. Poi, da una fessura calò del cibo : due ali di pinguino ai ferri…..Custer e Coyote schifati, non osarono mangiare un solo boccone ed anzi preferirono nutrirsi raschiando un po’ di ghiaccio dalle pareti.

- Dobbiamo tornare indietro…

Stava dicendo Bon a Cooper.

- Bisogna cercare di trovare le tracce degli altri. Chissà quella sciocchina di Brunetta che fine avrà fatto….

Pensò tra sé.
I due s’ incamminarono, seguendo a ritroso le tracce lasciate da Bon. 
Purtroppo però, ad un certo punto s’ imbatterono in un branco di foche che le aveva cancellate. Di fronte a ciò, si lasciarono cadere sfiniti nella neve.

- E’ inutile Billy….moriremo qua così….

Disse mesto il Capitano.
Bon fissò una foca e sorridendo le domandò :

- Ehi tu….sai dirmi se c’ è qualcuno in zona ?

La foca ci pensò un attimo, poi alzò una pinna ed indicò una direzione.

- Se proseguite verso sud ovest per almeno sei miglia, vi troverete alla base Americana “ Freezer One “, anche se ho sentito che ultimamente ha subito degli attacchi…

Incredulo Bon si voltò per vedere la reazione di Cooper ma…questo era già svenuto…

- Ma tu parli ?

Chiese Bon stupito.

- Eh….se ti ho risposto….In genere le mie informazioni vengono pagate ma tu hai l’ aria di essere un morto di fame…Facciamo che siamo pari…Buon viaggio miei cari dispersi…

E si tuffò in un buco nel ghiaccio.

- Quel Galbarov sta sfidando ogni legge naturale….ma soprattutto me…: Billy Bon !

Intanto a New York, solo i più coraggiosi erano usciti, per assistere al Madison Square Garden al Mondiale di boxe dei pesi massimi, che vedeva di fronte il Keniano Mulembe Mutombo e John Kane di Kansas City.

- ….Ed ecco John Kane, che sta chiudendo all’ angolo l’ Africano di colore…..
incitato dai 50.000 del Madison presenti stasera…..ma ora è Mutombo a colpire con un destro allo stomaco Kane…ed eccone un altro al mento….
uno all’ orecchio…..John Kane barcolla….i quasi 100 o poco più tifosi del Keniano esultano…c’ è ancora un pugno al mento…..John Kane è al tappeto..

Dal pubblico si levarono sonori fischi all’ indirizzo di John Kane, incapace di resistere alle bordate del furioso leone Africano.

- ….A metà conteggio l’ Americano si rialza….ma è ancora confuso…barcolla ed è molle sulle ginocchia…nonostante continui a masticare il suo chewingum…da vero Americano…..il gong lo salva….ed i due vanno all’ angolo…

Mentre Mutombo veniva rifocillato con acqua fresca appositamente portata dalle cascate Vittoria…., John Kane in piedi al suo angolo beveva birra rossa dell’ Oregon e cantava insieme al suo allenatore l’ inno Americano per farsi coraggio.

- …..Ed ecco la 2a ripresa…ma che succede !?…..John Kane è già al tappeto…
Anticipando il gong, Mutombo lo ha colpito….per l’ arbitro è tutto regolare…
e il pubblico ora lo sommerge di insulti….John Kane si rialza per la seconda volta….perde sangue dal labbro e dall’ occhio sinistro……l’ arbitro gli ha chiesto se vuole continuare…e John Kane lo ha tranquillizzato….facendo una bolla col suo chewingum…L’ incontro riprende…..ed ecco Mutombo colpire ancora John Kane con due colpi tremendi allo stomaco…l’ Americano reagisce sparando un destro a vuoto e un sinistro sulle corde….Ma ecco che Murtombo a sua volta reagisce….è una belva infuriata….ha centrato Kane all’ occhio sano….ora è cieco…che eroe…barcolla alla deriva sul ring….e dal pubblico si leva un coro unanime rivolto a Mutombo….
- Finiscilo ! Finiscilo ! Finiscilo !
- Mutombo carica il destro…ma che succede ancora !?….L’ Africano si è distratto, come se fosse stato punto da un insetto…..ora lancia grida terrificanti….e ora….oddio !!…..IL braccio gli si è congelato !!…..Malgrado tutte le precauzioni e le misure di sicurezza, le zanzare sono riuscite ad entrare al Madison…..Scene di panico….la gente fugge impaurita….a Mutombo si è staccato il braccio….e John Kane ripresosi, ora lo sta sommergendo di pugni….Vedo le zanzare aggirarsi sul ring…..Kane le prende a pugni ma…..lo hanno catturato ! Lo stanno portando via !…..Fin’ ora mai nessun uomo era stato rapito da questi esseri misteriosi….probabilmente lo porteranno in un loro nido…..e Kane sarà cibo per i piccoli…e pensare che poteva diventare campione del Mondo e….aaahh !!

La voce del famoso radiocronista Greg Fernet si spense per sempre….John Kane invece, finì dalla padella nella brace, rubato alle zanzare da due grosse aquile reali.
IL capo della Polizia Bonner, davanti alla sua radio, rimase letteralmente incredulo ed appena terminati i suoi pop corn alla carne di manzo, ordinò un’azione immediata di tutte le unità a protezione della zona del Madison. Nella base “ Freezer One “ intanto, il gelo ed il ghiaccio avevano invaso ogni ambiente, tutto era deserto e semidistrutto. In quella desolazione, improvvisamente arrivò un misterioso gatto delle nevi, dal quale scesero quattro uomini. Entrarono nella base vestiti di speciali tute rosse per proteggersi dal freddo, sulle quali ben era evidenziato il simbolo Sovietico della falce e martello. Appena furono all’ interno, si tolsero il pesante casco antigelo e si diressero verso il luogo prestabilito.

- F…f…facciamo presto…

Ordinò balbettando un ometto semi calvo, magro e con un naso schiacciato alla greca.

- Per di qua.

Disse un agente all’ ometto.
I quattro entrarono in un ambiente che sembrava somigliare ad un archivio e mentre i tre gorilla, istruiti in precedenza, cercavano gli incartamenti che servivano, l’ ometto vide una trasmittente e su di essa si concentrò con interesse.

- F….f…funzionerà ?

I tre agenti non gli risposero nemmeno e lui iniziò a battere una specie di codice segreto sui tasti. Poco dopo, una voce gracchiò dalla radio….

- Chi mi cerca su questa linea segreta ?
- S….sono io…M….Mister….C…Corvus….V…Valery Galbarov…
- Ah è lei Valery ! A New York le cose vanno male. Le zanzare stanno diminuendo e gli Americani riescono a tenerle a bada.
- Non si..si..preoccupi…stiamo cercando i do…documenti per le rotte co..commerciali A..Americane. In…invieremo a New York un loro sommergibile che abbiamo catturato….c…carico di nuove fresche zanzare..
- Bene Dottor Galbarov. Così mi piace. Tra pochi giorni mi metterò in contatto con il Sindaco Marcomains per chiedergli 10.000.000 di dollari in cambio della disinfestazione totale delle zanzare.
- E’…è una brillantissima idea..Mister Corvus..L’ antidoto è pronto. A…a..a suo tempo lo invieremo. Co..come sta Mister Corvus la mia bellissima Loreine ?
Mi manca molto….io e lei siamo una cosa sola e indivisibile….lei mi..mi ama..
Lo sa che io farei di tutto per un bacio di Loreine ?
- Ho parlato con Loreine De Paris anche ieri….è vicina al Polo e la sta per 
raggiungere. Non vede l’ ora di abbracciarla e di stare con lei più giorni possibile.

Mentì Corvus.

- S..s…sono felice. Passo e chiudo.

Intanto, uno dei tre agenti Sovietici aveva trovato i documenti tanto cercati. Ora che avevano in mano un sommergibile Americano ed i documenti legittimi di navigazione, con un po’ di fortuna avrebbero potuto arrivare fino a New York senza essere intercettati. I tre erano pronti a rientrare alla base Sovietica “ Nova Vodka “ ma Galbarov stava ancora trafficando con la radio.

- Dottore, il freddo può diventare pericoloso.
- Un se..secondo. Oggi ha giocato il campionato Italiano…Questa radio a banda larga è l’ ideale per intercettare “ Tutto il calcio minuto per minuto “…

Galbarov riuscì a collegarsi proprio mentre Nicolò Carosio annunciava il terzo goal della Juve sull’ Inter.

- Goal…goal di Parola…che dopo aver dribblato quattro difensori inebetiti ha deposto la palla alle spalle del portiere deridendolo..
- Ma…..ma noooo !!

Esclamò Galbarov strofinandosi il naso.

- Se la facevo io quella squadra lì….era dieci volte più forte….
- Come mai tiene dell’ Inter ?

Chiese incuriosito uno dei tre agenti.

- Perché….teneva mio zio…

Proprio in quell’ istante, la radio annunciò un goal dell’ Inter.

- Ma vienniii !!!

Urlò Galbarov correndo per il locale in lungo e in largo.

- Dottore, dobbiamo andare.

Gli fece notare insistentemente un altro agente.

- Ma…ma..mancano ancora dieci minuti…possiamo farcela….

Infatti la radio, come per sottolineare le parole di Galbarov, annunciò il secondo goal nerazzurro. Questi per festeggiare, arrotolò una palla di neve e si mise a palleggiare davanti agli inebetiti agenti.

- Gu…guardate che tecnica che ho…altro che Lidholm….

Al novantesimo minuto accadde l’ incredibile : per un fallo in area di Cavalli su Brighenti, l’ arbitro fischiò un calcio di rigore a favore dell’ Inter. Galbarov sbiancò e dovette sedersi per l’ emozione. Carosio annunciò che Brighenti si stava avvicinando al dischetto del rigore. Galbarov urlò :

- Ma nooo….non Brighenti….deve tirarlo Nyers…..quello lì lo sbaglia di sicuro…
Infatti, Brighenti calciò malamente a lato ma l’ arbitro fece ripetere per invasione in area. Dopo le numerose proteste bianconere, sul dischetto si presentò Nyers, che a gesti si rivolse felice verso i suoi tifosi.

- A….adesso sentirete che roba…
- Per me lo sbaglia…..

Commentò un agente che cominciava ad interessarsi alla gara.

- Sta….stai attento tu..

Lo ammonì Galbarov.
Intanto però, la radiocronaca continuava.

- …..Finalmente gli animi si sono calmati e Nyers può prendere la rincorsa. Viola è al centro della porta, immobile e concentrato. Lo stadio è ammutolito e tutti fissano con ansia il pallone. Parte Nyers con una rincorsa decisa e sicura….tiro…alto !!

Galbarov stizzito più che mai urlò :

- Ma noooo !!!

Tra le risate dei tre agenti.

- Ha visto o no Dottore….cosa le avevo detto io ?

A quel punto gli occhi di Galbarov s’ infiammarono d’ ira. Estrasse dalla tuta una siringa contenente uno speciale veleno all’ ortica e si scaraventò sullo sventurato,
freddandolo sul colpo.

- Qui al P…P..Polo nord…le leggi le faccio io…Quest’ uomo ha deriso me e l’ Inter…
ed ecco che fine ha fatto….e….Do…Domenica c’ è Inter – Milan…

Gli altri due agenti rimasero terrorizzati davanti a tanta violenza ed alla trasformazione di questo mite Dottore in belva feroce.
Poco più a sud, Bon e Cooper erano giunti in vista della base Americana e stremati vi si stavano dirigendo in cerca di cibo e calore. La sorpresa e lo sconforto furono grandi, quando si accorsero che la base era praticamente distrutta.

- Sarà rimasto qualcuno vivo ?

Si domandò Cooper in preda alla disperazione.

- Ho paura di no.

Gli rispose Bon, quando ormai erano giunti ai piedi di “ Freezer One “.
Con cautela iniziarono a ispezionare il muro perimetrale, che per ora appariva intatto e non presentava accessi di nessun genere. Poi Bon, notò il gatto delle nevi.

- Fermati Cooper, guarda là !
Disse all’ amico spingendolo contro la parete.

- E’ un gatto delle nevi “ Honda Civic “, modello “ freezer “……Porta le insegne Sovietiche.
- Maledetti Russi !

Aggiunse Cooper.

- Aspettami qui.

Gli intimò Bon, che poi prese ad arrampicarsi sul muro.
Visto che col procedere dell’ arrampicata, il freddo aumentava sempre di più, il nostro eroe si concesse allora qualche altra goccia di antigelo. IL fuoco ed il calore lo assalirono e come un vero acrobata prese a scivolare agilmente tra ghiaccio e cemento armato. Purtroppo però, la neve aveva ricoperto una grossa cupola di vetro e quando l’ investigatore vi fu sopra, questa andò in mille pezzi, facendolo precipitare proprio dove stavano in quel momento passando Galbarov e i suoi uomini. Questi rimasero impietriti per lo spavento e Bon, ancora carico dell’ antigelo appena bevuto, si rialzò in un lampo e con un’ azione velocissima catturò Galbarov e gli puntò la 38 a tripla canna alla gola.

- Che fine hanno fatto i componenti della base ?
- Mi…mi…levi subito quel cannone dalla gola…

I due agenti si meravigliarono, nel vedere quest’ Americano bizzarro aggirarsi per il Polo in camicia primaverile, mentre loro senza le speciali tute sarebbero stati perduti. Bon nel vedere quei due tipi che lo rimiravano con aria sconvolta si domandò :

- Ma cos’ hanno quei due lì da guardare !?

Questa distrazione però gli fu fatale, perché uno dei due gli lanciò una palla di neve in faccia. Bon finì a terra ma Galbarov si stizzì con l’ agente.

- Ma…ma…sei fuori !? Se sbagliavi mira e mi uccideva ?
- Non perdiamo tempo Dottore. Mi dia la mano e fuggiamo….

L’ agente aiutò Galbarov, anch’ egli ruzzolato a terra, a rialzarsi e poi i tre fecero per darsi alla fuga. Galbarov però, non contento, si fermò ancora.

- V..vo..voglio ucciderlo…
- Andiamo Dottore !

I due lo presero e lo trascinarono fuori. Bon si riprese immediatamente e raccolta 
l’ arma, con la faccia dolorante si mise al loro inseguimento. I tre intanto erano già fuori e si stavano dirigendo verso il gatto delle nevi. Cooper vide la scena e balzò fuori dal suo nascondiglio, spintonando uno dei due agenti e facendolo cadere nella neve fresca. Galbarov e l’ altro agente erano saliti sul gatto delle nevi e stavano per
fuggire ma il soldato Russo volle tornare indietro per soccorrere l’ amico.

- Non…non….non c’ è tempo…
Urlò Galbarov accendendo il motore dell’ “ Honda Civic “.

- Vo…voglio vedere “ La Domenica sportiva “……mi interessa la moviola…perché quel rigore era da ripetere ancora…..
- Ma Dottore, era solo una partita….

IL gatto delle nevi scattò e si allontanò inesorabilmente. Proprio mentre l’ agente abbandonato stava per picchiare Cooper, arrivò Bon, che subito gli punto addosso la 38 e poi prese ad interrogarlo.

- Vedo che i tuoi amici ti hanno abbandonato…..se collabori i tuoi amici potremmo essere noi…..
- Va bene.
- Di già !?

Esclamò Cooper sorpreso.

- Vedo che parli l’ Americano…

Osservò Bon.

- Noi agenti speciali parliamo almeno otto lingue ed almeno una decina di dialetti….
tranne il Russo….
- Come !?

Esclamò Cooper.

- Ha ha ha…..stavo scherzando…..Io mi chiamo Vladimir Vladimov….

E presentandosi porse ai nuovi amici il suo pesante manone da trentatré chili e mezzo…Le quattro mani messe assieme di Bon e Cooper non erano grandi quanto la sua….Nonostante ciò, il Russo aveva un’ altezza del tutto normale.

- Come mai ha le mani così grosse ?
- Mi si sono sviluppate a furia di stringere bottiglie di vodka…
- Anch’ io bevo ma le mie mani sono rimaste normali…
- Io a bere ho cominciato presto…
- Ah !

Cooper intervenne nella conversazione.

- Sarà il caso di andarcene da qua.

Vladimov li condusse in uno speciale magazzino di “ Freezer One “, dove erano custoditi dei rudimentali mezzi di locomozione. Spiegò poi loro, che lì vicino c’ era il villaggio esquimese del capo Pak Pak Pak, in pratica l’ unico posto dove per il momento potevano trovare riparo. Arrivati al magazzino, si trovarono di fronte un unico mezzo : una piccola vettura a batteria chiamata in gergo “ Sulky delle nevi “.


Questo mezzo leggero era stato costruito per il trasporto di un solo passeggero ma Bon e Cooper stringendosi, riuscirono ad entrare, rimanendo però alquanto compressi. Vladimov, che in passato era stato uno sciatore olimpionico, decise di farsi trainare calzando due giganteschi sci polari, molto più grossi dei normali.
Salutarono per sempre la base “ Freezer One “ e si diressero verso il villaggio esquimese, dopo aver però fatto bere alcune gocce di antigelo al povero Vladimov.



Fine sesta parte

Non perdete il prossimo episodio dal titolo:

 “ Valery Galbarov