Episodio 7 - " Valery Galbarov "
 


Quando il piccolo “ sulky delle nevi “ arrivò al villaggio di Pak Pak Pak, in esso regnava il silenzio più assoluto. Mentre Cooper cercava di rianimare un congelato Vladimov, Bon iniziò ad aggirarsi tra i puzzolenti igloo.

- Questo odore mi ricorda i capelli di Elvis Johnson….

Proprio in quel momento, vide attraverso una fessura Elvis Johnson che beatamente dormiva abbracciato alla sua chitarra. Una gioia immensa lo invase : almeno uno dei suoi cari amici si era salvato. Gli venne l’ impulso di entrare dentro all’ igloo e di svegliare tutti per festeggiare ma…una pesante manona improvvisamente lo bloccò, slogandogli una spalla…

- Prudenza Bon, questi esquimesi potrebbero essere ostili.

Lo avvertì Vladimov.
Bon così represse l’ urlo di dolore che gli scaturiva dal profondo.

- Le tue mani sono peggio del morso di un leone….
- Pensa a quando mordo….

…E gli mostrò degli enormi dentoni di almeno sei centimetri.

- Mi si sono sviluppati a furia di staccare la dura carne cruda dalle ossa delle renne…

Bon rimase senza parole. Vladimov poi gli indicò una persona che dormiva nello stesso igloo di Johnson.

- Lo vedi quel tipo ricoperto di pelli di pinguino ? Quello è il capo Pak Pak Pak.
Ora entreremo nell’ igloo e tu gli punterai quella specie di cannone che ti porti appresso. Dopodiché lo sveglieremo ed io cercherò di spiegargli la situazione. Vedremo così di farlo ragionare.
- Parli esquimese ?
- Naturalmente.
- Come mai dormono tutti contemporaneamente ?
- E’ severamente vietato svegliarsi mentre il capo dorme. Chi si sveglia prima e viene scoperto, deve pagare una multa di 800 cubetti di ghiaccio…
- Mah…
- E’ così e basta.




Bon non obiettò più. Iniziò così il piano stabilito da Vladimov. Intanto Cooper, impastato d’ olio, stava cercando di riparare il “ Sulky “, che prima di arrivare al villaggio aveva bucato una ruota, incappando forse nell’ unico chiodo presente in tutto il Polo Nord… Entrarono silenziosamente nell’ igloo e come prestabilito, Bon si preoccupò di puntare la sua 38 contro il capo Pak Pak Pak, mentre Vladimov lo svegliava posandogli la sua pesantissima mano sul petto. Subito l’ esquimese si sentì come soffocare e si svegliò in preda al panico. Quando poi vide la 38 puntata, si mise ad urlare, svegliando praticamente tutto il villaggio. La tensione salì subito alle stelle e immediatamente Vladimov si diede da fare, per spiegare al vecchio capo che l’ arma non era che una precauzione e che in realtà loro erano amici.

- La tuta che hai indosso è tabù in questo villaggio…

Disse Pak Pak Pak a Vladimov.

- Lo so, potente capo......ma io la rinnego in questo momento...I miei vecchi compagni mi hanno tradito e abbandonato e così ho capito che essi sono degli esseri malvagi. Io non mi sento come loro e sono dunque pronto a combattere con voi contro gli storpiatori di animali.
- Le tue parole sono sagge come i pensieri del vecchio leone di mare….ma puoi parlare anche a nome del tuo amico guerriero ?

Disse indicando Billy Bon, il quale continuava a puntargli la 38 addosso.

- Saggio capo….devi credermi : noi tutti siamo pronti a marciare al tuo fianco. I tuoi nemici da oggi saranno anche i nostri.

Da fuori dell’ igloo si levò un applauso di approvazione.

- Ti ringrazio per le tue belle parole e per l’ onore che ci hai fatto usando la nostra lingua….ma sappi che io so parlare l’ Inglese ed il Russo perfettamente…..Ora dirò al mio amico musico, di dedicarci una canzone per suggellare la nostra nuova amicizia.

Elvis Johnson contento di rivedere Bon vivo, non se lo fece dire due volte, impugnò la sua chitarra e cantò felice :

- Pak Pak….Bon Bon…Vladimov Vladimov….ehi ehi…..ohi ohi…

Bon a quel punto non era più così felice di rivederlo. L’ allegria di Elvis Johnson però non durò a lungo, perché subito dopo Bon scoprì che Coyote e Custer erano stati detenuti per giorni e che lo stesso Johnson non aveva fatto nulla per salvarli.
Informato Pak Pak Pak del vile gesto, i prigionieri vennero liberati ed in galera finì proprio Johnson, in compagnia di “ Pinguinik “, il ladro del villaggio nonché noto cantastorie esquimese. I due finirono col litigare ogni momento a proposito del talento dell’ altro. Intanto si iniziò ad organizzare la spedizione che avrebbe condotto i cinque a “ Nova Vodka “, al fine di combattere gli storpiatori di animali.
Molto più a nord, in una tempesta di neve violentissima, il gatto delle nevi “ Honda Civic “ arrivò in vista della base Sovietica. Vennero comunicate le segretissime parole d’ ordine, grazie alle quali il veicolo poté penetrare nella zona perimetrale e di seguito all’ interno della base stessa, fra solide e protettive mura amiche. 
Stremati, Valery Galbarov e l’ agente Mukosky uscirono dal gatto delle nevi e finalmente trovarono il conforto dell’ aria temperata della base.

- Vo…voglio andare subito nella sala della coltura.

Ordinò Galbarov.
Subito un piccolo mezzo per trasporti interni si avvicinò ed il Dottore vi salì sopra.
Venne portato nella sala dove venivano create ed alimentate le famigerate zanzare.
Appena arrivato, Galbarov immediatamente si precipitò verso la grossa gabbia di vetro che conteneva gli insetti.

- Mi…mi siete ma…mancate….care amiche….
- ZZZZ……ZZZZZ…..ZZZZ
- E io….ti sono mancata ?

Udendo quella voce, Galbarov si voltò come in estasi. Gli si presentò davanti Loreine De Paris, più bella ed informa che mai. Indossava uno splendido abito da sera ed aveva i capelli raccolti sulle spalle, che poi discendevano come rosse cascate di arenaria.

- Lo….Loreine…sono senza parole….ma vieniii !!

Esclamò.
Per tutta risposta Loreine gli lanciò un gatto soriano in faccia….

- Ma sei fuori !!??

Esclamò Galbarov ritrovandosi completamente graffiato.

- Questo è per quella volta a Londra….quando mi hai abbandonata per quella sgualdrina…
- Ma….ma…Loreine…

Galbarov si accorse solo in quel momento che molti dei suoi collaboratori avevano assistito alla scena.

- Via di qua ! Babbei !

Subito intimoriti, tutti si dileguarono.

- Facciamo la pace e ba…baciamoci…

Propose Galbarov alla bella amata.

- Prima deposita 100.000 dollari sul mio conto di Berna….poi ne possiamo parlare…
- Ma te…se…sei fuori…

Galbarov lasciò la stanza e si diresse nel suo studio, per effettuare l’ accredito.
Loreine De Paris sorrise e poi tra sé pensò :

- Sarà anche un grande scienziato pazzo…..ma nelle mie mani è soltanto un pupazzo……

In quel mentre, un timido collaboratore entrò nella stanza.

- Signora….la signorina Ford ha cercato ancora una volta di fuggire ed ha messo fuori combattimento quattro dei nostri migliori agenti.
- Chi….quella sciocca rachitica !? Siete tutti degli incapaci !

Loreine uscì infuriata, lasciando sul volto del timido collaboratore una strisciata del rossetto che teneva in mano. L’ agente subito corse dagli amici, per mostrare fiero il segno lasciatogli dalla stupenda donna ma…nessuno gli credette. Intanto Loreine aveva raggiunto Brunetta Ford, che si era chiusa ermeticamente nella sala dei minerali e non lasciava entrare nessuno.

- Se non apri immediatamente questa volta morirai di fame !
- Hi hi hi…

Rispose Brunetta, che non aveva perso il suo risolino da ebete.

- E allora crepa !

Loreine De Paris diede un calcio alla porta e poi se ne andò ordinando :

- Voglio due uomini sempre di guardia a questa porta. Se tenta di fuggire uccidetela e poi datela in pasto agli orsi.

Intanto Galbarov, nella solitudine del suo studio, era stato colto da un attacco di malinconia. Si mise così a sfogliare il suo vecchio album di foto. Si rivide giovane, 
il giorno della sua prima laurea in medicina e poi coi suoi colleghi, nello studio di ricerche di Mosca. Poi ancora, ecco le foto segrete della sua entrata nel KGB, immortalato tra il Gen.Stravakov ed il commissario capo Petasciov, che poi lo avrebbe accompagnato in tutta la sua carriera. Eccolo poi ancora insieme al suo compagno di missione Grandinov. Pian piano arrivò a girare le pagine delle foto più tristi, del periodo della sua pazzia, quando gli vennero tolti tutti gli incarichi e passò più di tre anni e mezzo nella clinica psichiatrica di Mosca bassa. Poi incredibilmente trovò una foto di lei, della donna che fu la causa della sua follia. Per lei perse tutto, rischiando persino la vita. Si mise a ritagliare il volto di quella vipera traditrice e lo sostituì col viso angelico di Loreine De Paris, la vera donna della sua nuova vita.
Sì, Loreine, l’ unica donna che lui amava veramente e che vedeva come solo sua.
In quello stesso istante, proprio lei, la bella De Paris, se ne stava avvinghiata al semplice caporale Strascenko….Mentre questi le decantava parole d’ amore, lei con aria totalmente distaccata controllava il conto di Berna, per vedere se i famosi 
100.000 dollari erano stati accreditati….Resasi conto che per l’ ennesima volta Galbarov aveva ceduto, decise di andarlo a trovare. Si scrollò di dosso il caporale Strascenko dicendogli :

- Adesso ho di meglio da fare…Tu resta qui e curami il gatto….

Strascenko si sentì un uomo finito e si ubriacò con una potente vodka al limone.
Quando Loreine entrò nello studio di Galbarov senza bussare, lo trovò intento a rimirare proprio una loro vecchia foto. Si voltò e la vide.

- Te…te…te la ricordi questa ?

Lei si avvicinò e guardò la foto accarezzandogli la testa.

- No.

Sentenziò crudamente.

- Ma…ma come !? L’ abbiamo fatta sul Tamigi io e te….non ti ricordi ?
- Lo sai che non mi ricordo mai delle cose passate…
- E del presente almeno….co…cosa mi dici ?

Loreine lo baciò. Galbarov divenne talmente rosso che Bon, intento a spiare la base appostato dietro ad un dosso di ghiaccio, vide come un’ intensa luce rossastra fuoriuscire da un oblò.

- Guarda anche tu Cooper….in quella sala sta avvenendo un esperimento chimico di grande effetto termico….

IL Capitano guardò col suo binocolo.

- Chissà quali esperimenti misteriosi avvengono in quel posto.

Commentò.

- Pak Pak Pak ha ragione, quella gente va fermata al più presto !

Intanto nello studio, Galbarov si era rifugiato sotto la scrivania, intimorito dall’ atteggiamento fin troppo spregiudicato di Loreine.

- Lo…lo..lo sai che non posso permettermi certe distrazioni mentre lavoro….

Disse poco convinto.

- Tutto sommato volevi un bacio e un bacio l’ hai avuto.
- Un bacio è un sogno d’ amore o…o…o no ?

La donna non gli rispose nemmeno. Uscì poi dallo studio pensando :

- Mah….almeno mi ha pagato…

Intanto all’ esterno, Bon e Cooper stavano lasciando il loro appostamento, per far ritorno al campo base in allestimento. Per la costruzione di tale campo, era stata scelta una zona adeguata al riparo tra alcune rupi di ghiaccio ma nonostante questo
il vento gelido del nord imperversava impetuoso, torturandoli fino al limite della resistenza umana.

- Ma non doveva essere una zona riparata ?
Si stava lamentando Coyote con alcune guide esquimesi.

- Ha ha ha…..vento questo ?

Gli risposero irridendolo e poi continuando nelle loro faccende.
In quel mentre arrivarono Bon e il Cap.Cooper.

- Cosa sta succedendo qua ?

Chiese il Capitano. Coyote gli si aggrappò abbracciandolo come un fratello.

- Capitano Cooper !!

Cooper se lo scrollò di dosso e lo redarguì.

- Basta ! Sono tre giorni che tutte le volte che mi vede mi abbraccia e mi
saluta…Non le sembra di essere un po’ esagerato !?
- Pensavo che ci saremmo rivisti solo nei verdi pascoli celesti….e invece Manitou è stato generoso….
- Sì….sì….però ci vuol far congelare tutti…

Ribatté Cooper.

- Gli esquimesi dicono che oggi è una giornata estiva…..

Proprio in quel mentre, passò un esquimese in costume da bagno e occhiali da sole che li salutò…..

- Ah !

Commentò Bon sparandosi un paio di gocce di antigelo. 
Li raggiunse anche Vladimov e Bon notò le immense orme che questi lasciava nella neve.

- Che numero di scarpe porti ?
- Mah…..me le costruisce un falegname amico di mio padre….e poi le rifinisce un fabbro….

Se ne tolse una e la porse a Bon, il quale vacillò per il peso e dovette addirittura farsi aiutare da Coyote per riuscire a stare in piedi.

- E’ una cosa mostruosa !

Disse mentre la scarpa gli stava scivolando di mano.
Senza nessuno sforzo Vladimov la riprese e se la rimise.

- Ho i piedi così grossi dall’ età di 11 anni, quando ogni giorno dovevo attraversare il Volga nel punto più impervio…
- Grandi piedi, grande cuore !

Disse saggiamente Coyote.
- Chi diceva questo ? 

Volle sapere Vladimov.

- Alce grigia….ma non ne sono sicuro….

Vladimov restò un attimo perplesso e poi srotolò un foglio di carta mimetica, tipico negli usi militari. Lo lesse per qualche istante e poi sentenziò :

- Ho qui l’ elenco completo delle armi a nostra disposizione : praticamente zero…..
- Ci vorrebbe l’ intervento di un esercito amico.

Disse Bon.

A
quelle parole, si udì un suono di tromba tipo cavalleria. Era Custer, che stava sopraggiungendo con i rinforzi esquimesi, utilizzando slitte trainate da cani da neve.
In un batter d’ occhio raggiunse i compagni di battaglia, accompagnato da Elvis Johnson.

- Cosa ci fa qui quel traditore !?

Esplose d’ ira Coyote.

- Perdoniamolo, abbiamo bisogno di tutte le braccia possibili.

Consigliò Custer.
Li raggiunse anche Pak Pak Pak.

- I miei uomini sono al vostro servizio nella lotta contro i malvagi.
- Non tema valoroso capo.

Lo rassicurò Vladimov.

- A suo tempo verranno impiegati nella battaglia decisiva.
- Ma come !? Non attacchiamo subito ? IL nemico va colto di sorpresa….

Affermò Custer.

- Come a Little Big Horn ?

Lo punzecchiò Cooper.

- Basta col passato ! Quel che è andato è andato !

Disse Coyote prendendo le difese di Custer.
Ora che tutte le forze erano sul campo, c’ era da organizzare un piano d’ attacco.
Bon, Custer e Vladimov, decisero di andare in avanscoperta. Questa volta si azzardarono di più ad avvicinarsi alla base nemica. Quando furono all’ altezza delle recinzioni di sicurezza, videro nitidamente un sommergibile inabissarsi in un canalone.

- Accidenti !

Esclamò Vladimov.

- Quel dannato sommergibile e pieno zeppo di zanzare polari ed è diretto nel vostro Stato.
- Bisogna fermarli assolutamente !

Disse Custer.

- Lei cosa consiglia Generale ?

Rinvigorito dalla domanda, il Generale s’ impettì e ci pensò sopra. Poi sentenziò :

- Francamente non saprei…

Bon lo guardò con sdegno.

- Dobbiamo assolutamente entrare nella base ed impossessarci della radio.

Disse Vladimov.

- Ha visto generale, così si fa….è la mossa giusta…

Fece notare Bon.

C
uster offeso si allontanò. Intanto Vladimov stava spiegando a Bon la struttura della base nemica, segnalandogli tutti i possibili punti deboli : praticamente nessuno….
Bon però, era stranamente di buon umore e gli confidò di avere un piano infallibile.
Galbarov invece, stava ancora alla radio in collegamento con Mister Corvus, il quale purtroppo non aveva buone notizie.

- Caro Dottor Galbarov, lei è l’ unica persona che mi dà soddisfazioni. 
Non s’ immagina neanche che livello d’ incompetenza hanno tutti gli altri collaboratori sparsi per il Mondo.

- Grazie Mister Co…Co….Co….Co…..
- Lasci perdere.....Mandi piuttosto subito a chiamare il commissario capo Petasciov, devo parlargli immediatamente.

Dopo pochi minuti, Petasciov fu davanti al ricevitore. Questo omone, grosso quanto la metà di Bonner e dal carattere burbero e bellicoso, rispose tossendo, come suo solito, in modo potente e profondo dentro al ricevitore.

- Aurg….aurg….euhm….
- La sento in forma commissario Petasciov.....oggi non ha il solito catarro di fondo….
- Venga al punto….aurg..

Lo sollecitò il burbero commissario

- IL suo governo sta subendo da giorni le pressioni Americane, dopo il combattimento avvenuto al largo dell’ Alaska. Gli Americani non hanno digerito l’ affondamento della loro flotta ed esigono una spiegazione convincente. Temo che il Cremlino stia prendendo le distanze dal progetto “ zibellino bianco “ e che dunque vi stia voltando le spalle.
- Come !? Aurg !!….Datemi una nave e torno io a Mosca a sistemare le cose !
- Purtroppo non le ho ancora detto il peggio. Gli Americani si apprestano ad inviare una seconda flotta per recuperare eventuali, anche se improbabili, superstiti. Questa volta faranno sul serio.
- Euhm….aurg…

Rispose Petasciov.

- Lei deve resistere, ha capito !? Anche se dovesse essere attaccato da mille uomini, lei deve resistere ! E’ possibile che la vostra base diventi il nostro ultimo forte. Stiamo decisamente perdendo ma abbiamo ancora qualche asso nella manica da giocare.

In quel mentre, entrò nella stanza Loreine De Paris, portando con sé il brillante sole di una splendida bellezza.

- Che cosa succede qui ?

Chiese.

- Euhm….aurg….Corvus….euhm…

Le spiegò Petasciov.

- IL fumo la ucciderà…caro commissario….

Gli disse Loreine sedendosi sulle sue gambe.

- Ma co…co…cosa fai !? Lo…Loreine…..sei fuori ?

Disse ingelosito Galbarov.

- Stia tranquillo….aurg….le donne non mi interessano….aurg….mi interessano solo le sigarette….aurg….
- Che succede !? Che succede !?

Continuava a ripetere Mister Corvus.

- Buongiorno Mister Corvus…..sono io, Loreine….
- Ah…Loreine, per fortuna ti sei salvata. Mi raccomando, aiuta questi miei uomini ad uscire dai pasticci. Non siamo mai stati così in difficoltà. Quando tornerà dal Polo, le voglio donare una perla di almeno un chilogrammo….
- Già pregusto quel momento….Non si preoccupi Mister Corvus, li tengo 
d’ occhio io i suoi bei omaccioni…Passo e chiudo.

Disse spegnendo la radio e baciando teneramente sulla fronte il commissario Petasciov, il quale ricambiò tossendole in faccia. Galbarov non resistette, prese Loreine per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza.

- Non voglio che dai confidenza a quell’ uomo…è…è…un marcione…
- Ma se hai sempre detto che per te è come un padre….
- Non qu…quando ti tocca…
- Sei geloso…..sei geloso….

Si mise a canticchiare Loreine solleticandolo.

- Ma sei fuori !?

Esclamò Galbarov scappando via. Mentre correva, s’ imbatté in un gruppetto della sorveglianza che stava proprio cercando lui. Avevano ritrovato il soldato Vladimov, che giaceva esausto appena fuori della recinzione della base. Galbarov, che era sì pazzo ma non stupido, si insospettì e volle vederlo immediatamente. 
Vladimov raccontò di essere stato accompagnato fin nelle vicinanze da quattro ingenui esquimesi, che lui poi aveva sopraffatto ed ucciso. Galbarov non era ancora convinto ed allora inviò una squadra speciale al fine di controllare. 
Aveva abboccato. Infatti, Bon e compagni stavano aspettando gli agenti in un posto adatto per un agguato. Gli finirono proprio in bocca come frutti canditi. Catturati i soldati di Galbarov, i nostri eroi scambiarono i vestiti coi loro e così Bon, Custer, Coyote, Cooper ed Elvis Johnson, in breve tempo furono perfettamente camuffati da soldati Russi. Rimaneva ancora una divisa a disposizione ma Pak Pak Pak scelse al suo posto lo scaltro Pinguinik, il famoso ladro esquimese, esperto di scasso ed evasione. Coyote a causa della sua statura e Custer per via del suo biondo pizzetto, non potevano di certo sembrare dei Russi….In quel momento però, una tempesta di neve improvvisa venne loro in soccorso. Nell’ inferno che si scatenò, nella sala sorveglianza della zona est della base, videro avvicinarsi solo delle ombre confuse.
Alla richiesta della parola d’ ordine, non arrivò alcuna risposta. Venne però data la colpa al maltempo, che probabilmente aveva bloccato le onde radio. Così i sei avventurieri vennero fatti entrare all’ interno della base e dunque il dir poco osceno piano di Bon, alla fine funzionò. Non appena furono dentro, i sei sfruttando il fattore sorpresa, sfoderarono le armi e s’ impadronirono della sala sorveglianza. Qualcuno degli inservienti però, riuscì a dare l’ allarme, che forte risuonò per tutta la base.
Ne scaturì subito una violenta sparatoria, che per il momento costrinse i nostri eroi a temporeggiare ed a lasciar perdere eventuali azioni d’ attacco.

- T…traditore….

Stava intanto dicendo Galbarov a Vladimov nel laboratorio dov’ era ricoverato.

- La….la vedi questa ? E’ la tua fine….

Galbarov gli mostrò una siringa contenente il famigerato e potente veleno all’ ortica.

- Hai qualcosa da dire prima di mo…morire ?
- Evviva la Russia…..evviva il Volga !

Galbarov effettuò l’ iniezione letale e Vladimov morì con un’ espressione di pace sul volto. Intanto nella zona est della base, la sparatoria continuava sempre più cruenta.
Continuando a seguire il piano stabilito in precedenza, Custer uscì da una porta di sicurezza e una volta all’ esterno sparò un razzo nel cielo tempestoso : era il segnale. Un’ orda di esquimesi, assetati di sangue e di vendetta, invase la zona protetta ed attaccò lungo tutto il perimetro della zona est. Questi erano armati di speciali fucili sparaghiaccio, forniti a suo tempo dal buon Victor Atoms, lo scienziato che comandava la base “ Freezer One “ e che sempre aveva avuto buoni rapporti con le genti del nord. Nella zona est scoppiò il caos, i servizi di sicurezza vennero colti di sorpresa e non riuscirono a reagire immediatamente alla nuova situazione. Alcuni esquimesi sfondarono e nei corridoi della base ci furono dei combattimenti corpo a corpo. In quell’ incredibile confusione, Bon spiegò la seconda parte del suo piano ai compagni. Srotolò sul pavimento una rudimentale cartina della base da lui stesso disegnata, secondo le indicazioni fornitegli da Vladimov.

- Noi siamo qui.

Disse indicando la zona est dello schema.

- I nostri amici esquimesi stanno attaccando poco più a nord, distraendo gran parte della sorveglianza. Come potete vedere ci sono nella base tre radio, sempre secondo quanto indicato da Vladimov. Una è nella zona ovest e quindi è lontanissima, la seconda è nella sala comando e dunque è irraggiungibile ma la terza è qui, poco più a sud. E’ lì che dobbiamo andare….



Fine settima parte

Non perdete il prossimo episodio dal titolo:

 “ Battaglia per la vita