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Sua Eccellenza Mons.Andrea Miglivacca, Vescovo di San Miniato
don Andrea con S.E. Mons. Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia, in piazza S.Pietro a Roma
don Andrea (al centro) con alcuni amici presso una comunità cattolica di Antiochia
Lo staff di Binasco 2000 è orgoglioso di accogliere sulle pagine del sito la rubrica del binaschino, amico, nonchè Rettore del Seminario diocesano pavese don Andrea Migliavacca, di cui si è permesso di stilare un breve curriculum di presentazione per i visitatori.
Don Andrea Migliavacca, di origine binaschina, nasce a Pavia il 29 Agosto 1967; i suoi primi studi si
svolgono a Binasco presso la scuola elementare gestita dalle suore di Maria Bambina sotto la guida di
suor Bruna e suor Nazarena; conclude il ciclo di studi della scuola dell'obbligo presso la media statale Enrico
Fermi di Binasco.
Siamo agli inizi degli anni ottanta e gli si pone davanti una prima, personale, scelta. Con l'aiuto
dei genitori e della sorella Elena decide di intraprendere gli studi di ragioneria presso l'istituto
Bordoni di Pavia, studi che porta a termine nell'estate del 1986.
Nel contempo Andrea sviluppa il proprio impegno nell'oratorio di Binasco e in tante altre realtà associative
del paese, in primis quelle legate al mondo della musica.
L'estate del 1986 è il momento della scelta definitiva ed Andrea decide di entrare nel seminario diocesano
pavese; sei anni di studi lo porteranno ad essere ordinato sacerdote il 27 Giugno 1992. L'anno sucessivo
è in partenza per Roma dove, in 4 anni e mezzo, ospite del seminario lombardo, porta a compimento il dottorato
in Diritto Canonico presso l'Università pontificia Gregoriana.
Durante il soggiorno romano e soprattutto dopo il rientro in diocesi assume gli incarichi di
Rettore del Seminario vescovile, Vicecancelliere della Curia, Vicario giudiziale, Giudice presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale,
Responsabile diocesano della pastorale giovanile e oratori, Assistente scout e Azione cattolica, settore giovani....
Lunedì 5 Ottobre 2015 - Viene dato l'annuncio in diocesi che Don Andrea è ora Sua Eccellenza Mons.Andrea Miglivacca, Vescovo eletto di San Miniato
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Il 15 Gennaio 2005 anonima 77 scrive:
Carissimo Don Andrea, ho già avuto modo di ricevere tue preziose informazioni riguardo a come si può ottenere l'annullamento di matrimonio, ma ho ancora alcuni dubbi che vorrei esporti. Il mio fidanzato è legalmente separato da un anno, la nostra intenzione è quella di sposarci in chiesa, anche se so che non sarà semplice. Per poterlo fare, dovremo aspettare altri due anni per il divorzio, o si può procedere con l'annullamento anche senza di esso? Per ottenere un annullamento bisogna per forza presentare gravi motivazioni?
grazie mille per l'aiuto
anonima 77
La risposta di Don Andrea
Mi risulta difficile addentrarmi brevemente sulle motivazioni della nullità di un matrimonio, per questione di sinteticità che qui devo utilizzare. Se occorre sono disponibile per un incontro e per approfondire il tema. Si può però almeno dire che i motivi di una nullità di matrimonio devono riguardare il suo sorgere e si parla di dichiarazione di nullità e non di annullamento, intendendo con questo che la Chiesa non può annullare un matrimonio esistente e quindi indissolubile, ma può valutare se eventualmente non sia, per alcune ragioni, mai nato. Circa l'attesa del divorzio. Se il Tribunale ecclesiastico pronuncia la sentenza definitiva di nullità di matrimonio si può chiedere la delibazione al civile della sentenza che equivale alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, potendo così procedere, se non intervengono divieti, ad una nuova celebrazione concordataria del matrimonio senza che si sia giunti al divorzio civile. Se invece si giunge al divorzio civile prima della sentenza ecclesiastica definitiva, non occorrerà poi la delibazione.
don Andrea
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Il 14 Gennaio 2005 Un'anima in cammino scrive:
Caro Don Andrea,
ecco un'altra della tante lettere che riceve sul tema divorzio. Da tre anni sto assieme ad un ragazzo divorziato senza figli. Io sono cattolica praticante ed ho iniziato un cammino di fede con un Direttore Spirituale che mi sta seguendo. Il mio ragazzo ha intrapreso le pratiche per la nullità matrimoniale e in febbraio avrà la prima udienza. Non nascondo che mi sento appesa ad un filo, in quanto ci vogliamo bene e il nostro sentimento si sta sempre più rafforzando anche alla luce delle difficoltà che stiamo incontrando. Per entrambi questa sentenza è importantissima, in quanto permetterebbe a lui di ritornare a vivere e di cancellare le sue sofferenze del passato e per me di poter vivere in pace con la mia coscienza. Da quando il mio ragazzo sta con me, si è avvicinato alla fede e condivide con me molte esperienze religiose. So che il nostro futuro è legato a questa sentenza, ma mi chiedo se il buttare a monte una storia così importante (nel caso di "verdetto" negativo) possa essere considerato un gesto di carità cristiana. Io so che il suo matrimonio è nullo, ma questo non basta, perché si deve dimostrare davanti ad altri uomini. Io mi sento in qualche modo responsabile anche della salvezza di quell'anima (non vorrei peccare di presunzione, mi scusi per questo, ma non so in che altri termini esprimermi) che io ho trascinato in quest'avventura bellissima che è la fede in Gesù Cristo.
Attendo una risposta.
Grazie per la comprensione.
Saluti
un'anima in cammino
La risposta di Don Andrea
La sua riflessione non si configura come una domanda "tecnica", mi pare, ma come un insieme di considerazioni su quanto sta vivendo e mi chiede cosa ne possa pensare io. La mia risposta pertanto intende solo mettersi in dialogo con lei, rispettando sopratutto la sua coscienza. Una prima considerazione sul dover dimostare che un matrimonio è nullo davanti ad altri uomini, come lei dice E' vero che sono implicate delle persone, in particolare alcuni che avranno un compito di giudizio sul matrimonio in questione, ma il senso di tutto questo è che la valutazione del matrimonio ritenuto nullo è operata dalla Chiesa. Pertanto è alla chiesa che si presente il caso di questo matrimonio e si chiede di valutarne la validità. La Chiesa agisce poi tramite uno strumento concreto che è il tribunale ecclesiastico. Circa la sua situazione attuale: il giudizio della Chiesa e del tribunale non riguarda quello che lei sta vivendo ora (infatti la situazione attuale non incide sulla valutazione del matrimonio del suo ragazzo). Certamente un eventuale giudizio che attestasse la nullità del matrimonio in questione le permetterebbe di "regolarizzare" la sua situazione attuale. Riguardo a quello che può fare ora credo che debba comporatarsi come meglio la sua coscienza le indica, sopratutto se è, come dice, aiutata da un dialogo spirituale. Detto questo, la inviterei a vivere comunque con serenità, anche perché il procedimento canonico ha bisogno di un po' di tempo e non la aiuta vivere una attesa con ansia e timore. Stia serena oggi e senta che l'avere avviato la procedura canonica esprime già lo spirito adeguato per fare la volontà di Dio.
don Andrea
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