Amanita Phalloides - MORTALE
La colorazione del cappello è variabile dal bianco all’oliva
più cupo. Le fibrille radiali innate sericee sono sempre visibili, più
evidenti tuttavia negli esemplari di colore scuro. Il colore verde od olivastro
lo può far confondere con Russola dello stesso colore ( cyanoxantha -
aeruginea - grisea - heterophylla ), con il Tricholoma portentosum e sejunctum.
Le forme bianche o pallide sono facilmente confondibili con funghi bianchi
commestibili, come alcune specie di Agaricus, la Melanoleuca
strictipes il Tricholoma columbetta ed altri, che tuttavia
assomigliano anche alle altre due Amanita mortali: la Amanita Verna e la Amanita
Virosa. E’ chiaro che altri caratteri possono aiutare nella
differenziazione: assenza di volva negli Agaricus, assenza di volva ed
anello nei Tricholoma ed altri.
Cappello: 4-12 cm, dapprima emisferico o ovoidale, poi spianato,
brillante con il tempo secco, viscoso con l’umido, di colore variabile, ma
generalmente olivastro. Può essere verde giallastro, verde, giallo, o anche
biancastro, con tinta non uniforme, ma percorso radicalmente da minutissime
fibrille innate. Margine liscio.
Lamelle: fitte, ineguali, larghe, marcatamente libere al gambo,
arrotondate, bianche o con leggeri riflessi verdastri.
Gambo: 6-12 x 0,8-2 cm, slanciato, cilindrico, attenuato verso l’alto,
pieno dapprincipio, poi farcito o cavo negli esemplari adulti, biancastro spesso
decorato da bande cangianti - sericee, anulari verdastro - brune, ingrossato
alla base, bulboso. Anello membranoso, cascante, quasi liscio o leggermente
striato. Volva ampia, semilibera, membranosa, persistente lobata o intera,
bianca, qualche volta negli esemplari giovani interamente giallo - biancastra.
Carne: bianca, leggermente colorata sotto la cuticola del cappello,
piuttosto fibrosa, di odore quasi nullo, che diventa sgradevole quando il fungo
si corrompe. Sapore quasi nullo o un po’ acido ( assaggio da farsi senza
inghiottire ).
Spore: bianche in massa, subglobose, leggermente ovoidali, amiloidi, 8-11
x 7-9 micron.
Habitat: sotto latifoglie, in particolare noccioli e castagni. Raramente
sotto aghifoglie. Estate e autunno.
Commestibilità: VELENOSO MORTALE. L’Amanita
Phalloides è il fungo più pericoloso. La sua ingestione provoca
avvelenamenti con esito quasi sempre mortale.
Amanita Verna - MORTALE
L’Amanita verna o Amanita di primavera cresce
anche in autunno: però in questo caso si tratta quasi sempre di forme bianche
di Amanita Phalloides. Si differenzia dall’Amanita phalloides per
il suo colore bianco. I caratteri morfologici sono uguali. E’ particolarmente
ingannevole a causa della sua rassomiglianza con specie commestibili come il Leucoagaricus
leucothites e simili o gli Agaricus bianchi nonché con tutte quelle
specie indicate simili alle forme biancastre della Amanita phalloides. La
presenza della volva, mancante nei suoi simili, è il carattere più sicuro per
evitare fatali abbagli. Si raccomanda perciò di considerare sempre il fungo
intero.
Cappello: 3-8 cm, emisferico poi piano, nudo, leggermente viscoso, bianco
o leggermente ocraceo al centro, margine liscio, minuto.
Lamelle: molto fitte, con numerose lamellule, bianche, libere al gambo.
Gambo: 4-10 x 0,6 x 1,5 cm, cilindrico, leggermente ingrossato verso la
base bulbosa, gracile, pieno, poi farcito, infine cavo, bianco con pruina in
superficie. Anello intero, cascante. Volva bianca, membranosa, chiusa sul bulbo.
Carne: tenera, bianca, senza odore caratteristico; sgradevole negli
esemplari vecchi.
Spore: bianche, sferico - ovoidali, amiloidi, 8-10 x 7-9 micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia, soprattutto in terreno calcareo; da
primavera all’autunno. Rara.
Commestibilità: VELENOSO MORTALE
come l’Amanita Phalloides.
Amanita Muscaria - tossico
L’Amanita muscaria si presenta in forme diverse: la
varietà aureola, più aranciata e di solito senza verruche, con volva più
membranosa ;la varietà formosa ha il cappello giallo - arancio con verruche
giallastre molto rade; la regalis tipica delle foreste dell’Europa del
nord, di colore rosso cupo o brunastro e le verruche gialle già da giovane.
Tutte queste varietà non possono essere confuse con l’Amanita Cesarea
il cui gambo e le cui lamelle sono di un bel tipico giallo dorato, e la volva,
resistente, rimane ferma attorno al gambo senza lasciare tracce di verruche sul
cappello.
Cappello: 6-20 cm, carnoso, in principio emisferico, poi aperto e
leggermente depresso, umido, un po’ viscoso, margine leggermente striato, di
un bel colore rosso vermiglio o aranciato, coperto da numerose verruche bianche
o giallastre, quasi piramidali, raramente nudo.
Lamelle: molto fitte, con lamellule, larghe, ventricose, libere, bianche
o leggermente giallastre.
Gambo: 12-25 x 1-2,5 cm, cilindrico, pieno, poi cavo, leggermente
ingrossato alla base in un bulbo che si presenta ornamentato da cerchi
concentrici di verruche, resti del velo generale (volva dissociata). Anello
ampio, bianco o leggermente giallino, striato, con al bordo rimanenze fioccose
del velo generale.
Carne: bianca sotto la cuticola del cappello, giallo - aranciata in
profondità. Odore e sapore insignificanti.
Spore: bianche in massa, lisce, ellittiche, 10-12 x 6-7 micron, non
amilloidi.
Habitat: ubiquitario; uno fra i funghi più diffusi e conosciuti. Estate
- autunno.
Commestibilità: Provoca intossicazioni di tipo neurotropico. In certe
regioni viene consumato impunemente, previa asportazione della cuticola del
cappello, dove sembra essere più concentrata la sostanza tossica o dopo lunga
conservazione sotto sale ( per esempio nell’Est Europeo e anche in Italia
nella riviera bresciana del Garda).
Boletus Satanas - tossico
Il Boletus Satanas, ingerito crudo, provoca vomiti
persistenti. Non è comunque di grande tossicità come il nome vorrebbe
indicare. Si distingue da tutti gli altri boletus suoi simili perché:
cresce solo in suolo calcareo, solo sotto latifoglia; la sua carne all’assaggio
ha sapore dolciastro unico fra i boletus; inoltre non ha mai colorazione
rosata o rossa sul cappello, che si presenta sempre chiaro, al massimo con
qualche sfumatura verdastra.
Cappello: 8-20 cm, grande, grosso, sodo, compatto, dapprima quasi
sferico, per lungo tempo convesso, aperto solo negli esemplari adulti, finemente
vellutato dapprincipio, poi liscio; inizialmente bianco poi bianco - grigio,
bianco - verdastro indi sporco a chiazze olivastro - brune; margine arrotondato
verso l’interno.
Pori: minuti, arrotondati; prima gialli ma presto rosato - aranciati.
Tubuli: molto lunghi, arrotondati al gambo; giallo o giallo - verdastri,
blu al tocco.
Gambo: 4-15 x 3-10 cm, sodo, corto, tozzo, fortemente ingrossato alla
base, con reticolo minuto a maglie poligonali; giallo in alto, rosso - violetto
al centro, giallo - brunastro in basso; si sporca leggermente di blu al tatto.
Carne: biancastro - grigia con tonalità gialle, coloratesi in blu ma non
molto intensamente, compatta. Odore tenue. Sapore dolce.
Spore: bruno - olivastre, fusiformi, 11,5-14,5 x 5-6 micron.
Habitat: sotto latifoglia, in suolo calcareo o neutro; non molto comune
ma abbondante nelle sue stazioni. Primavera - estate.
Commestibilità: VELENOSO. E’ l’unico
Boletus sicuramente tossico.
Entoloma Sinuatum - tossico
Nasce in stagione inoltrata. Tale epoca di crescita rende più
tranquilla la raccolta degli Entoloma primaverili ( Entoloma clypeatum,
Entoloma saundersii, Entoloma aprile, Entoloma sepium), ottimi commestibili
con i quali potrebbe essere scambiato. Il suo carattere più evidente, tipico,
è il colore salmone delle lamelle, dato dal sovrapporsi delle spore rosate al
colore gialle delle lamelle stesse. Gli altri Entoloma hanno le lamelle
più rosate e la lamella nuda non è gialla, ma bianco - grigia. Può essere
distinto anche per la taglia più massiccia e regolare, per il colore chiaro del
cappello, per il suo modo di crescere non cespitoso, ma a gruppi, gregario. L’Entoloma
bloxamii, dal bellissimo cappello colore acciaio, ma più piccolo e
campanulato, ha pure le lamelle gialle e, ricoperte dalle spore, dello stesso
colore di quelle del Sinuatum.
Cappello: 6-15 cm, carnoso, gloiboso poi piano, ondulato - difforme,
spesso molto umbonato, sodo, secco, non igrofano, dapprima un po’ fioccoso poi
glabro, opaco, ricoperto da finissime fibrille innate grigio - aceracee; fulvo -
cenerino pallido o grigio - camoscio, a chiazze bianche. Margine arrotondato,
pruinoso, biancastro.
Lamelle: molto fitte, smarginate, libere alla fine, larghe, quasi gialle
poi colore salmone - rossastro, tinte di giallo al margine.
Gambo:
6-12 x 1-2,5 cm, robusto, panciuto, ingrossato alla base, sodo, pieno poi
spugnoso, pruinoso alla sommità; bianco o leggermente giallo.
Carne: bianca, dolce. Odore buono di farina fresca come tanti
Entoloma.
Spore: rosa, rosa - sporco in massa, globuloso - angolate, subesagonali,
8-10 x 7-8,5 micron.
Habitat: nei boschi di latifoglia (querce, faggi ), in terreno argilloso
- calcareo o argilloso - siliceo, in cerchi o in gruppi. Non sempre comune.
Estate - autunno.
Commestibilità: VELENOSO, nonostante
il suo odore gradevole di farina che hanno anche Entoloma commestibili. Causa
avvelenamenti gravi.
Amanita Panterina - tossico
L’Amanita Pantherina ha suoi simili nel gruppo dell’Amanita
excelsa , che possono forse considerarsi i nomi di una singola specie, che
varia a seconda del terreno su cui cresce. Tale specie ha tuttavia un anello
fortemente striato e più alto; il terminale del gambo dove si trovano i residui
formanti la volva è o radicante o a forma di trottola, molto simile a quello dell’Amanita
muscaria. L’Amanita queletii gli è pure simile per colore (
qualche volta leggermente olivastro o giallo nella var. francheti), ma si
riconosce per l’anello molto ampio, più o meno striato, tipicamente festonato.
Una forma robusta dell’Amanita pantherina e la abietinum. Il
cappello è più scruro, il margine non è striato, e la carne è più soda. L’Amanita
Pantherina può essere confusa con l’Amanita rubescens.
Cappello:5-12 cm, più o meno carnoso, dapprima emisferico arrotondato,
poi aperto, colore bruno ocraceo o bruno olivastro o quasi nocciola, più carico
al centro, ricoperto da numerose verruche piramidali bianco - candide, facili a
sparire, lasciando qualche volta il cappello quasi nudo, tipicamente striato al
margine. Cuticola brillante, leggermente viscosa.
Lamelle. Bianche, fitte, ineguali, larghe, attenuato - arrotondate al
gambo.
Gambo: 6-15 x 0,5-1,5 cm, liscio, bianco, farcito, poi cavo, attenuatesi
dal basso verso l’alto, bilboso, presentante al bulbo due o tre anelli residui
del velo generale, di cui il primo si trova in alto, oltre il bulbo stesso (
volva circellata). Anello pendulo, tipicamente basso, leggermente striato,
minuto, fragile, qualche volta appena percettibile.
Carne: bianca, poco consistente, umida. Odore pressochè nullo, un po’
sgradevole negli esemplari vecchi, sapore un po’ dolce.
Spore: bianche in massa, ellittiche, 10-12 x 7-8 micron
amiloidi.
Habitat. Si trova in estate e autunno nelle brughiere, boschi di
latifoglia e aghifoglia, più o meno comune secondo le regioni.
Commestibilità: TOSSICO, seppur non
mortale. Provoca un avvelenamento di tipo neurotropico. L’ingestione di una
quantità elevata dà luogo ad avvelenamenti abbastanza seri.
Lepiota Lilacea - tossico
E’ una Lepiota di piccola taglia con tonalità violette
sul cappello e che cresce preferibilmente nella terra dei vasi di fiori.
Cappello: 2-3,5 cm, dapprima lilla porporino poi dissociato in squamette
lilacine, grigio - brune o fuligginose.
Lamelle: bianche, con orlo fioccoso
Gambo: 2-4 x 0,2 - 0,3 cm, color lilla o rosso- vinoso specialmente alla
base. Anello membranoso a forma di colletto, eretto, bianco al disopra, violetto
- fuligginoso al disotto.
Carne: bianca con qualche riflesso lilla.
Spore: ialine, piccolissime, 4-5 x 2-2,5 micron.
Habitat: luoghi erbosi. Estate - autunno.
Commestibilità: sospetto.